
La vita è solo parzialmente programmabile e a volte i piani comunque saltano, per cui bisogna esser pronti alle avversità e cogliere il senso anche da un amaro calice. Questa verità, che apprendiamo tutti superata la prima giovinezza, sembra non sfiorare Harriet e David Lovatt, neanche dopo aver già avuto quattro figli. Ragazzi diversi negli anni ’60 – l’epoca della cosiddetta liberazione sessuale – perché desiderosi di condurre un’esistenza secondo valori tradizionali, si erano trovati ad una festa e subito “riconosciuti”, tanto da programmare in breve il matrimonio, l’acquisto di una casa in campagna grande quasi come un albergo, l’arrivo numeroso di prole. Le difficoltà economiche non li avevano fermati, a costo di chiedere aiuto ai rispettivi genitori e inventandosi di far utilizzare la propria abitazione come residenza per le vacanze a tutti i parenti (Natale, Pasqua, estate, ecc.) pur di tacitare il risentimento di fratelli e sorelle che si vedevano scavalcati nelle attenzioni genitoriali. Harriet e David si amano teneramente e sembrano nutrire un desiderio bulimico di figli (nelle intenzioni, sognano di arrivare a otto), anche perché lei finora ha affrontato bene le gravidanze, pur se con una comprensibile progressiva stanchezza, e nemmeno la nascita di una nipotina affetta dalla sindrome di Down fa sorgere negli sposi il sospetto che la vita potrebbe non essere così idilliaca come la percepiscono. E poi per loro arriva il quinto figlio, Ben. Già durante la gestazione, Harriet deve fare i conti con una realtà tremenda, alla quale né lei né il marito sono preparati, e che dopo il parto si concretizza in modo definitivo, innescando profonde mutazioni in tutta la famiglia Lovatt...
Il romanzo fu pubblicato per la prima volta nel 1988 dalla britannica Doris Lessing (1919 – 2013), insignita del premio Nobel per la Letteratura nel 2007. Il primo elemento che colpisce, ad apertura, è la fluidità suprema con cui la narrazione si svolge e con cui vengono tratteggiate le personalità di Harriet e David, insieme al contesto storico. Nella scrittura della Lessing non ci sono elementi superflui, né pause descrittive di contorno: si legge tutto d’un fiato. La certezza che accadrà qualcosa di inquietante nella vita dei protagonisti si fa strada chiaramente nel lettore, come inevitabile svolta per una coppia chiusa in se stessa, del tutto aliena dalla vita reale, isolata non solo fisicamente nella campagna (per David il lavoro in città è solo strumentale al sostentamento della famiglia, Harriet si occupa esclusivamente dei figli), ma anche isolata dalla brutalità dell’esistenza umana, convinta che basti crederci affinché tutto vada liscio come l’olio. Per cosa vengono puniti Harriet e David? Non certo per aver desiderato di mettere al mondo molti figli, ma per aver commesso il peccato di totale inconsapevolezza. Vengono puniti perché è sufficiente che qualcosa non vada secondo i grandiosi piani ed ecco che sale a galla la loro sotterranea pochezza come genitori, che vedono la prole solo come ornamento ad un quadretto ideale. Tuttavia la nascita di Ben farà maturare almeno Harriet, che da bella statuina si tramuterà in una madre vera, seguita nelle sue sfaccettature con infinita pietà dalla Lessing che ci offre un commovente ritratto di donna. Romanzo breve, ma davvero intenso.