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Il re di denari

Il re di denari

I fatti di Venezia riecheggiano ancora nella mente di Colomba Caselli. È passato un anno e mezzo da quando ha rischiato di morire; da quando quello che tutti credevano essere Leo Buonaccorso ha fatto una strage, rapendo, poi, Dante Torre, di cui si sono perse le tracce. Ora Colomba non è un più un vicequestore di polizia e si è ritirata a Portico, nelle Marche, dove tutte le giornate e le nottate si somigliano, dominate dal panico, dall’insonnia e dall’inedia. Nonostante speri ancora nel ritrovamento di Dante, uno dei suoi veri pochi amici, le sue speranze sono ormai flebili: Dante è sicuramente morto, ucciso da quell’uomo senza nome che ha ingannato tutti per portare a termine il suo piano di morte. Ma anche nel piccolo paese di Portico sembra non esserci pace, soprattutto per Colomba. Dopo una fredda notte nevosa, la Caselli trova nel capannone degli attrezzi Tommy, un ragazzone seminudo e imbrattato di sangue che ha tutta l’aria di essere autistico: è l’unico superstite di un massacro in cui i genitori sono stati barbaramente trucidati. Dato che i sospetti ricadono su di lui, suo malgrado Colomba vuole far luce sulla vicenda: i comportamenti di Tommy fanno pensare a un qualche legame con il Padre, il criminale, ucciso dalla stessa Caselli, che sequestrava i bambini per condurre esperimenti sul comportamento umano, di cui lo stesso Dante era stato vittima. Colomba inizia così le sue indagini, immergendosi in una vicenda che sembra avere radici lontane. Nel frattempo, Dante Torre si è risvegliato in un luogo surreale...

Dopo Uccidi il padre, romanzo che segna il punto di svolta nella produzione narrativa di Sandrone Dazieri, con una brusca virata verso il thriller, e L’angelo, secondo episodio della saga di Colomba Caselli e Dante Torre, siamo alla resa dei conti: Il re di denari chiude la trilogia facendo luce su una vicenda ricca di zone d’ombra e lo fa con una trama dalla struttura complessa, capace di scandagliare profondamente l’abisso che si cela nell’animo umano. Al plot, che ha l’andamento di un action thriller, con continui colpi di scena, si affianca, infatti, una certosina introspezione dei personaggi, che costringe il lettore a provare empaticamente le loro stesse emozioni, i loro dolori. È quest’ultima la parola chiave di tutto il romanzo: il dolore declinato in tutte le sue forme, che a volte prende le sembianze della disperazione, altre della vendetta. Il risultato è un romanzo completo, dalle diverse sfumature, costruito attraverso una scrittura magnetica e icastica. La degna conclusione di una trilogia da non perdere.