
La stampa è accorsa immediatamente al 18 di Kentingern Gardens, nel tranquillo quartiere di Mayfair. Il corpo di Lula Landry, figlia adottiva di Sir Alec e Lady Yvette Bristow, top model di fama mondiale, giace nella neve coperto da un telo - dopo un volo dall’ultimo piano -, nella rigida alba londinese, illuminato dai flash dei fotografi e dai lampeggianti delle auto della polizia. Le indagini si sono concentrate sulle ultime ore di vita della ragazza: ha trascorso la mattina al capezzale della madre, ammalata di cancro, e il pomeriggio a fare acquisti in una boutique. In serata ha attirato l’attenzione dei paparazzi in un night club per un furioso litigio - l’ennesimo di una storia turbolenta che ha riempito le pagine dei tabloid - con il suo ragazzo, Evan Duffield, attore e musicista con seri problemi di dipendenza dalle droghe. È tornata a casa da sola. Dopo poco l’urlo e il tonfo. Gli investigatori di Scotland Yard, dopo aver verificato l’alibi di ferro di Evan Duffield, e dati i trascorsi di depressione di Lula, hanno archiviato il caso come suicidio. John Bristow, il fratellastro della modella, non ne sembra affatto convinto: una testimone dice di aver sentito Lula litigare con qualcuno pochi istanti prima del volo fatale. È per questo che ha deciso di rivolgersi a una vecchia conoscenza della sua famiglia: Cormoran Strike, già amico di infanzia del suo fratellino Charlie, morto in tragiche circostanze all’età di nove anni. Strike, reduce dagli scenari di guerra dell’Afghanistan in cui ha perduto una gamba, fa l’investigatore privato...
Il manoscritto di The Cuckoo’s Calling iniziò a circolare tra gli uffici di alcune case editrici britanniche nel 2012, ricevendo almeno un paio di rifiuti: l’autore si presentava come un esordiente costretto a usare uno pseudonimo per motivi legati ai suoi trascorsi nella Royal Military Police. Pubblicato nell’aprile 2013 da Sphere Books con una tiratura iniziale di circa 1500 copie, con una buona accoglienza da parte della critica, il romanzo schizzò in testa alle classifiche di vendita quando, pochi mesi dopo, il quotidiano “The Sunday Times” rivelò che dietro il nom de plume di Robert Galbraith si celava la creatrice di Harry Potter, JK Rowling. “Avevo sperato di mantenere il segreto ancora per un po’: impersonare Robert Galbraith è stata una esperienza liberatoria. È stato meraviglioso poter pubblicare senza pressioni o aspettative, e godere del puro piacere di ricevere feedback sotto un altro nome”, chiosò la scrittrice una volta scoperta. Il romanzo è un classico “whodunit” (dall’inglese “Who has done it”), un giallo ad enigma, genere di cui JK Rowling è appassionata e i cui meccanismi e strutture - opportunamente adattate al contesto - ha già dimostrato di sapere maneggiare con destrezza proprio nella saga che l'ha resa celebre. L’ autrice conferma ancora una volta il suo eccezionale talento nel tratteggiare personaggi credibili, dai profili psicologici straordinariamente ben strutturati, e nel cesellare trame e sottotrame che donano profondità alla narrazione, catturando l’interesse del lettore sin dalle prime pagine, riservando i pochi colpi di scena ai capitoli finali. Gli appassionati di serie TV apprezzeranno di certo Strike, la trasposizione su schermo dei romanzi con Tom Burke nei panni del corpulento detective e Holliday Grainger in quelli della sua assistente Robin Ellacott. Con un tweet dal suo profilo ufficiale, Robert Galbraith ha annunciato per l’estate 2022 l’uscita di The Ink Black Heart, la sesta attesissima indagine del duo Strike - Ellacott.