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Il sale sulla ferita

Il sale sulla ferita

Il medico legale Ardelia Spinola non ricorda dove accidenti abbia lasciato il cellulare, che sta squillando da un po’. Beh, prima o poi la smetterà e, se qualcuno ha davvero bisogno, richiamerà. Quell’affare malefico smette di gracchiare proprio quando Ardelia lo trova sulla lavatrice, in bagno. La donna solleva la custodia e, prima che quell’aggeggio taccia, riesce a leggere il nome del chiamante: Arturo. E cosa vuole adesso quell’uomo? Il ricordo del rapporto che per un po’ ha intrecciato le loro vite è una ferita che fatica a chiudersi. Che cosa le conviene fare, ora? Richiamare o ignorarlo e cercare di dimenticare una volta per tutte? Alla fine Ardelia compone il numero del suo ex fidanzato. Non è mai stata una campionessa delle attese, lei, neppure di quelle che dipendono dalla sua volontà. Non sembra che dietro la telefonata di poco prima da parte dell’uomo ci fosse una reale necessità: Arturo sembra aver voglia di chiacchierare e basta. Si informa su come lei trascorra le sue giornate, le riferisce di come si tenga informato sui suoi successi investigativi. Sa che la donna è parecchio stimata anche al di fuori della sala autoptica. Le parla con un tono piuttosto malinconico, che ad Ardelia non piace troppo. La donna si sente oppressa da una specie di claustrofobia che la agita e vorrebbe conoscere le reali intenzioni dell’amico, in modo da poterlo raggiungere e intervenire in caso di una ipotetica emergenza. Arturo la tranquillizza. Sta per raggiungere un amico, per trascorrere con lui qualche giorno di svago. Il tentativo di chiamata di poco prima è legato esclusivamente a un istante di malinconia. Ma tutto è passato, ora, e non c’è alcun motivo di preoccupazione, le ripete. Sono le nove e mezza di un’altra serata qualunque quando la Spinola riceve una nuova telefonata. Di lavoro, questa volta. È stato trovato il cadavere di un uomo, pare assassinato, in una residenza signorile sulla collina sopra Alassio. Quando raggiunge il luogo che le è stato indicato, nota che il corpo è disteso a bordo piscina. Il sangue ha dato al colore dell’acqua un tono che vira al lilla. Il cadavere ha un foro al centro del torace. Quando Ardelia scorge una parte del volto dell’uomo assassinato le gambe le cedono. Si tratta di Arturo...

Ci sono ferite che, più di altre, continuano a bruciare anche parecchio tempo dopo che ce le si è procurate. E il dolore che arrecano si rinnova ogni volta, con uguale intensità. Si tratta di ferite che lacerano, allo stesso modo, pelle e cuore e procurano un dolore talmente intenso che è come se qualcuno si divertisse a cospargerle di sale. Lo sa bene il medico legale Ardelia Spinola, che nella nuova storia raccontata dalla sua ideatrice, la scrittrice ligure Cristina Rava, è costretta a interfacciarsi in maniera diretta con la sofferenza e il dolore. Svolgere l’attività di medico legale significa convivere quotidianamente con la morte, è vero, ma ciò non rende immuni dal dolore, specie quando sono gli affetti più profondi a essere colpiti. Quando l’uomo con cui ha avuto tempo prima una storia d’amore viene trovato ucciso, Ardelia non può che impiegare le sue innate doti intuitive e il suo fiuto per cercare di sbrogliare un intreccio di ipotesi e piste piuttosto intricato. Si avvarrà dell’aiuto e della collaborazione del commissario in pensione Bartolomeo Rebaudengo, che già in passato si è rivelato un prezioso alleato, insieme al quale la donna è riuscita a risolvere complessi casi. I due, insieme, sono una forza: pazienti, minuziosi, attenti a ogni dettaglio, operano di concerto e si servono di intuizioni precise e attente per arrivare al centro dell’animo umano e coglierne segreti e debolezze. Con lo stile ironico e accattivante che da sempre caratterizza i suoi scritti, la Rava offre al lettore una storia perfettamente congegnata, ricca di colpi di scena e di anticipazioni che ne mantengono viva la curiosità. L’autrice mostra un gioco di ruoli capace di rivelare l’avidità che si annida spesso nell’animo umano, la miseria che spesso lo nutre, ma anche, per fortuna, la profondità dei sentimenti che possono legare gli individui. Un noir curato nel dettaglio, personaggi intriganti e perfettamente delineati, un intreccio appassionante. Elementi che, sapientemente miscelati, danno vita a un romanzo avvincente e, come sempre accade per i lavori della Rava, davvero godibile.