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Il sangue delle bestie

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È un giorno di metà autunno quando Tom festeggia il suo cinquantesimo compleanno. Lavora in uno dei negozi della catena della PassageFitness da ormai quindici anni, da quando la rivista per la quale scriveva, “Body Time”, ha chiuso i battenti. Dopo aver venduto un mass gainer a un ragazzino, Tom ripiomba nei suoi pensieri, fino a quando viene destato da un urlo che proviene dalla strada, proprio davanti la vetrina del negozio. Un uomo di circa sessant’anni sta inveendo contro una ragazza dai capelli rossi che potrebbe essere sua figlia. Sempre incollerito, l’uomo apre la portiera della sua Toyota verde oliva e intima alla ragazza di salire, colpendola con una manata alla testa quando lei esita. Tom assiste a questa scena con lo stomaco in subbuglio ma, nonostante la rabbia che sente montare dentro di lui, ha troppa paura per intervenire. Per tranquillizzarsi e rassicurarsi, si promette di darsi da fare qualora dovesse capitargli in futuro un’altra situazione del genere. Verso sera, Tom rincasa da sua moglie Mathilde, che gli ha preparato una sorpresa. Sono due le cose che Tom nota guardando la tavola apparecchiata a festa: un pacchetto cubico azzurro di circa trenta centimetri e un terzo coperto, il che può significare solo una cosa: alla cena prenderà parte anche Jérémie, il loro unico figlio…

Il sangue delle bestie è il secondo romanzo (il primo è Feel Good) di Thomas Gunzig che la casa editrice Marcos y Marcos porta in Italia. Ai più, il nome di questo scrittore belga con padre astrofisico può non dire nulla. Se così dovesse essere, è il caso di andare a vedere Dio esiste e vive a Bruxelles (in lingua originale Le Tout Nouveau Testament, 2015) che Gunzig ha co-scritto assieme a Jaco Van Dormael (Mr. Nobody, Toto le Héros, L’ottavo giorno). O, in alternativa, di leggere Il sangue delle bestie, un romanzo prevalentemente drammatico, generazionale (nel senso che interessa più generazioni), all’interno del quale ci sono sia momenti di comicità, sia di riflessione. E su questi ultimi vale la pena di approfondire un minimo. In ordine sparso, nel romanzo vengono toccati temi come identità di genere, veganesimo, animalesimo, patriarcato e femminismo. Argomenti attualmente divisivi e polarizzanti che Gunzig affronta in maniera brillante, da un lato condannandoli (patriarcato), dall’altro non esprimendo alcun (pre)giudizio (tutti gli altri), ma mettendo nero su bianco una (non) banale verità: alla base di tutto c’è la comunicazione e, in un modo o nell’altro, si è tutti accumunati, nel senso che si ha tutti la stessa discendenza, lo stesso sangue – Il sangue delle bestie, appunto. A tutto questo, Thomas Gunzig aggiunge anche non poca immedesimazione con il protagonista, Tom: come Maurice infatti anche Jakob Gunzig è stato deportato in un campo di concentramento perché ebreo.

LEGGI L’INTERVISTA A THOMAS GUNZIG