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Il segreto del Bosco Vecchio

Il segreto del Bosco Vecchio

Il colonnello Sebastiano Procolo eredita da uno zio una parte di una grandissima tenuta boschiva a Valle di Fondo; l'altra parte, molto più grande, la eredita Benvenuto Procolo, figlio dodicenne di un fratello morto dell'ufficiale. E per volere testamentario Procolo il colonnello diviene tutore di Procolo l'orfano. Nuovi impegni, nuove responsabilità, ma soprattutto nuove possibilità di guadagno animano la mente del colonnello, che decide di dimettersi dal ruolo militare per dedicarsi completamente alla nuova terra. Se i soldati, liberi dal rigore e dalla severità a cui erano stati costretti dall'autorità del Procolo, tirano finalmente un sospiro di sollievo, non così l'autista o il servo dello zio deceduto, né la popolazione di Valle di Fondo, né il piccolo e malaticcio Benvenuto, né la parte più bella della foresta, il Bosco Vecchio, dove si ergono gli alberi più antichi della zona, o forse del mondo. Procolo ha in mente di tagliare, industrializzare, radere al suolo, arricchire. A nulla servono le suppliche della Commissione Forestale o le avvertenze del Bernardi, uomo alto e robustissimo di età indefinibile, a nulla. Il 15 giugno 1925 il colonnello Procolo ordina i primi abbattimenti: morirà l'abete Sallustio. Ma che cos'ha il Bosco Vecchio di così speciale? Tutti sanno che è dotato di una qualche particolarità, ma quando si tratta di definire in cosa questa consista, nessuno ne è capace. O forse qualcuno sì: i bambini ancora liberi dai pregiudizi. Loro sì che sanno che la foresta è popolata da geni, come il Bernardi, camuffato da  forestale, o Sallustio, tragicamente ucciso dai progetti egoistici del Procolo. La foresta si difende a suo modo dalle barbarie del colonnello: un albero viene abbattuto, una bufera viene scatenata e Procolo, tra la folta e sconosciuta vegetazione, si perde. Ci penserà Bernardi a riportarlo a casa e un accordo verrà istituito tra umano e non umano: gli alberi non verranno più abbattuti e i geni si impegneranno a raccogliere tronchi e rami caduti spontaneamente e a condurli al di fuori della radura, dove i camion potranno raccoglierli senza disturbare la foresta. Ma a Procolo non basta, Procolo che riesce a trovarsi un solo alleato, un fedele suddito pronto ad eseguire qualsiasi ordine gli venga richiesto dal suo padrone: il vento Matteo, antico terribile vento imprigionato in una caverna dagli stessi geni molti anni prima ed ora libero grazie al colonello. L'ordine del colonnello a Matteo è semplicissimo: uccidere quel ragazzo che gli impedisce di essere l'unico e il solo proprietario della Valle di Fondo. Niente di più facile per un vento impetuoso e devastatore? Forse, ma Matteo non è più quello di una volta...

Mondadori ha voluto ristampare nella collana junior, includendovi anche le suggestive illustrazioni dell'autore, il secondo romanzo di Dino Buzzati, pubblicato per la prima volta nel 1935. Si fa fatica a credere che il romanzo abbia oltrepassato già i settant'anni, ma che cosa sono settant'anni comparati ai secolari abeti del Bosco Vecchio? Perché l'atmosfera fiabesca che avvolge quel luogo vasto e incontaminato è ancora viva e presente e capace di sprigionare ancor oggi vera e propria poesia che raggiunge l'apice nei canti antichi del vento Matteo e nelle rime della gazza morente. Non mancano nemmeno gli elementi inquietanti e misteriosi, com'è tipico anche di altre opere dell'autore quali Il deserto dei tartari o i racconti de La boutique del mistero. Il significato dell'oscuro carrettiere che libera migliaia di bianche farfalle si scopre solo dopo diverse pagine di lettura e della visita dei cinque incubi a Benvenuto sappiamo che non è la prima, ma non sappiamo se sarà l'ultima. Non manca nemmeno il messaggio morale, filtrato attraverso la conversione del personaggio del colonnello Procolo da avido calcolatore a martire soccorritore, né quello evidentemente ecologista. Messaggio che sicuramente non è sfuggito ad un regista che ha sempre ribadito con le sue opere il suo amore per la natura come Ermanno Olmi, che nel 1993 ha tratto dal romanzo il film omonimo. Il segreto del Bosco Vecchio è un romanzo capace di trasportarci già dopo  poche righe in un luogo che sembra quasi di conoscere e in cui sembra di essere stati e forse, come raccontano i geni, prima di dimenticare, qualcuno di noi c'è stato davvero. Imperdibile per gli adulti, immancabile per i bambini.