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Il signore dei sogni

Il signore dei sogni

La neurocondivisione può risolvere i tuoi problemi, farti superare le paure, le incertezze, farti andare oltre i tuoi limiti personali. Certo, come tutte le discipline psichiche non è una scienza esatta: tutto dipende dal formatore. Ma Charles Render è il migliore nel suo campo, ha ottenuto risultati che nessuno specialista è riuscito a raggiungere. Sì, Charles Render è davvero in grado di diventare tutt’uno con il suo paziente, la sua tecnica mentale riesce a condurre la psiche dei suoi pazienti esattamente dove lui vuole. Attraverso la sua abilità nel guidare il paziente alla costruzione di immagini mentali, Charles ha risolto i casi più disperati. La neurocondivisione non ha più segreti per Charles Render e, rivolgendoti a lui, potrai contare su un vero luminare. Eppure Charles non è appagato, il suo lavoro comincia a stancarlo, a lasciarlo insoddisfatto. Si chiede se davvero abbia esaurito ogni traguardo professionale, se ancora non vi siano sfide aperte che la neurocondivisione può vincere. Eileen Shallot, però, è la sfida definitiva: una psichiatra non vedente dalla nascita che vuole imparare a costruire immagini...

Il romanzo, fra le opere più interessanti di Zelazny, ha avuto una storia editoriale un po’ tortuosa. Pubblicato per la prima volta nel 1964 in forma di romanzo breve con il titolo He Who Shapes (Creatore di forme), vinse il premio “Nebula” nel 1965 come miglior romanzo breve dell’anno. Il successo spinse Zelazny ad ampliare la trama e ripubblicare il tutto in forma di romanzo l’anno seguente (1966) con il titolo The Dream Master (appunto Il signore dei sogni). In Italia l’opera fu pubblicata pochi anni dopo, nel 1971, dalla mitica collana “Galassia” della casa editrice La Tribuna. La Mondadori riprese e ritradusse l'opera nel 1988, sotto la gestione di Fruttero e Lucentini. Ne affidò la traduzione a Tamburini ripubblicando il romanzo nel diciottesimo volume della collana “I massimi della fantascienza”. Questa stessa edizione viene riproposta nel presente volume di “Urania Collezione” dopo ben ventisette anni di oblio. Diciamo subito che non si tratta di un capolavoro assoluto di Zelazny. Rispetto al romanzo breve originale, la trama non ha guadagnato l’ampio respiro e la maggiore analisi dei personaggi che ci si potrebbe aspettare dal maestro di Cleveland. Zelazny si è limitato ad allungare la trama con delle aggiunte che, in parte, ne hanno addirittura annacquato l’immediatezza e la solidità originali. Tuttavia, non c’è dubbio che il romanzo sia ancora oggi interessante da leggere per lo stile immediato ed evocativo al contempo. Il buon Roger gioca con le immagini, le visualizza attraverso la sua scrittura rendendole quasi tridimensionali. La lettura di questo romanzo ci fa capire fin dove possa arrivare le scrittura pur di uscire dal foglio e prendere per la gola il lettore. Molto importanti sono anche i molti richiami alla psicologia di Jung e ai suoi famosi archetipi.