
Avere un figlio, sentire il bisogno di procreare a ogni costo, un’ossessione che si insinua nella mente e di cui non ci si riesce a liberare. Avere un figlio dovrebbe essere un processo naturale, non costretto da un desiderio impellente. È questo il destino che Virginia, donna affascinante ed elegante, ricca e con una considerevole cultura, prevede per il marito, costretto dalle vicende a ritenere la procreazione un obiettivo quasi impossibile da raggiungere, malgrado una carica sessuale anche superiore alla norma. Per i due sposi novelli ogni tentativo si rivela un fallimento fin dal lungo e suggestivo viaggio di nozze, iniziato a Vienna. Nell’hotel austriaco le speranze di fecondare l’ovulo di Virginia sono minime, con tutto il trambusto che fanno i giovani intenti a spostarsi tra le varie camere e la terribile musica che ascoltano i portieri alla reception. È a Parigi che si crea l’atmosfera ideale. Il gestore dell’hotel è mortificato per aver costretto Virginia e suo marito in una camera cella – cioè di piccole dimensioni – posta all’ultimo piano, ma non può fare altrimenti. E invece i due sposi nella loro intimità trovano la giusta ispirazione per dare sfogo al desiderio di concepire una nuova vita. Purtroppo anche se le intenzioni sono buone, risultati non ne arrivano. Infine a Londra si crea nuovamente una situazione, che rende impossibile esprimere al meglio le possibilità di procreazione. Negli alberghi inglesi c’è troppa confusione e il personale indispettisce i clienti, perché lascia intendere di volersi liberare di loro al più presto. Un giorno il padre di Virginia, il dottor Seminara, un intellettuale cattolico anticlericale e antiabortista di origine rurale, tasta il polso a suo genero – a cui dà rigorosamente del lei per tenere le distanze, non si sa mai, il matrimonio potrebbe anche fallire – raccontandogli la storia della vecchia badessa del convento vicino all’appartamento regalato alla figlia. Le suore la ritenevano un modello, ma lei una sera le ha stupite partorendo il suo bambino dopo una gravidanza portata avanti all’insaputa di tutti. Disperate per il terribile evento, le più anziane hanno permesso alla superiora di essere assistita da una sola sorella, invidiosa di lei non tanto perché aveva appagato il desiderio del sesso, ma per la possibilità di mettere al mondo una vita, la soddisfazione maggiore per una donna che alle suore è negata. Il marito di Virginia deve avere presente quanto questo senso di realizzazione sia essenziale anche per sua moglie. Una volta tornato a casa la trova calma, nello stato d’animo che manifesta quando ha da fargli delle importanti rivelazioni. Finalmente Virginia è incinta e ha deciso che non vuole un bambino comune, vuole un genio, un Super-Baby…
Ferdinando Camon sviluppa una lunga riflessione sulla procreazione, il tema è presente in ogni parte del suo romanzo in modo più o meno manifesto. A iniziare dal nome del protagonista, Natalino, svelato dall’autore solo dopo le prime vicende legate al sofferto viaggio di nozze, in un flashback che riporta agli anni dell’università quando un incredibile colpo di fortuna permise a Lino di trasferirsi all’ateneo di Ferrara per evitate un terribile professore, che non lo voleva assolutamente promuovere in un esame fondamentale. Due anziani di cui l’autore ci dice poco, se non che sono stati studenti di giurisprudenza e che hanno mantenuto un ricordo meraviglioso degli anni dell’università, offrono il loro appartamento gratis a un qualsiasi Natalino, basta sia venuto al mondo il giorno di Natale. È l’occasione che il protagonista non si deve lasciar sfuggire, ma lo capisce solo dopo che Virginia lo sprona a farsi avanti. Natalino ha una personalità debole, è incapace di reagire alle vicende avverse della vita, che gli ricadano addosso schiacciandolo inesorabilmente. Meno che mai è in grado di imporre la sua volontà alla consorte, accetta ogni sua decisione come se fosse inevitabile senza cercare minimante di guidarla nei momenti in cui si lascia andare alle sue fissazioni. Così non ha il coraggio di richiamarla alla realtà nel momento in cui, con l’arrivo della gravidanza, Virginia decide di prendersi una rivincita per il ritardo subito. Se suo figlio si è fatto attendere tanto a lungo, farà in modo che la sua nascita sia un evento memorabile, perché sarà la nascita di un Super-Baby, plasmato nelle capacità di un genio nel periodo prenatale grazie alle lezioni e agli esercizi compiuti dalla madre in un istituto americano. Nelle manie delle donne che come Virginia desiderano avere un figlio superiore con assurda determinazione, tanto da lasciarsi prendere in giro dai preparatori di un istituto promotore di un programma privo di alcun fondamento scientifico, Camon nasconde la presunzione dei genitori di fine millennio, che ritengono i loro figli sempre e comunque perfetti qualsiasi cosa facciano. Questo bisogno di perfezione portato all’eccesso, che non solo allontana padri e madri dal comprendere i limiti dei bambini, ma impedisce anche di potenziare le loro qualità là dove in effetti si manifestano, rappresenta un tema educativo da sempre assai sentito da insegnanti e pedagogisti, che però Camon tende a sviluppare in modo superficiale. Parla della difficoltà innaturale di procreare e dell’altrettanto innaturale necessità di generare a ogni costo un genio - raccontando il tutto con un tono umoristico che diverte il lettore - ma a cosa portano queste ossessioni? Sarebbe stato interessate indagare più a fondo le conseguenze del volere a ogni costo. Ferdinando Camon è nato nel 1935 in un paesino veneto. Il suo primo romanzo, con una presentazione di Pier Paolo Pasolini, è stato subito tradotto in francese grazie a Jean Paul Sartre. Nelle sue opere ha descritto la crisi dei valori culturali del mondo contadino (Il quinto stato, La vita eterna, Un altare per la madre e le poesie della raccolta Liberate l’animale) seguita dall’affermarsi della società multietnica (La terra è di tutti). Tra le sue ultime fatiche Tentativo di dialogo sul comunismo scritto con Pietro Ingrao. Le sue opere sono tutte disponibili anche nelle versioni per non vedenti. Nel 2016 Camon ha vinto il premio Campiello alla carriera.