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Il taglio dell’angelo

Il taglio dell’angelo

Adesso che il professor Lorenzo Baroldi è stato nominato direttore dell’Unità Operativa Complessa di Medicina, il suo lavoro è diventato più simile a quello di un manager di un’azienda che a quello di un medico, professione che ha sempre amato profondamente. La sua routine è però turbata da un evento inaccettabile: il decesso di un giovane nigeriano che da sempre ha goduto di perfetta salute. L’uomo è stato ricoverato in preda a febbre e convulsioni e il quadro clinico si è aggravato in poche ore conducendo il paziente alla morte. Baroldi, dopo aver parlato con la moglie del defunto, che aspetta un figlio, le promette di scoprire la verità su quello che è successo al marito. L’autopsia però non fornisce elementi utili. Ma Lorenzo viene a sapere che altri due migranti africani clandestini, ospiti di un centro di accoglienza, sono morti con una sintomatologia simile. Ad aggravare ulteriormente il quadro, il sospetto suicidio di un noto biologo impiegato presso un’azienda farmaceutica svizzera. Il cadavere dell’uomo è stato rinvenuto in un cantiere della metropolitana, appeso a una gru. Baroldi, determinato ad ottenere giustizia, come è già avvenuto in passato, chiede aiuto al suo amico poliziotto Nario Domenicucci, che da Genova si precipita a Roma in suo soccorso…

Un medical thriller che affronta temi di attualità: le sperimentazioni farmaceutiche, le dure condizioni di vita degli immigrati. Lorenzo Baroldi è anche il protagonista del primo romanzo di Claudio Coletta, Viale del Policlinico. All’epoca era uno studente di medicina, oggi lo ritroviamo primario di una divisione di medicina in un grande ospedale romano. È uno di quei medici all’antica, che si interessa al paziente e che si appassiona ai casi che gli capitano. Un personaggio con il quale è facile entrare in empatia così come con l’amico poliziotto che arriva in suo aiuto. Nario Domenicucci è un uomo dal forte intuito che sa dare valore all’amicizia e non è il tipo da risparmiarsi quando deve risolvere un’indagine. Il palcoscenico dell’azione è Roma, amatissima città dell’autore. Coletta è bravo a far emergere le sue contraddizioni, “il suo essere in bilico fra una metropoli europea e un museo all’aria aperta” come egli stesso ha dichiarato. La scrittura è elegante e al contempo coinvolge il lettore capitolo dopo capitolo: tensione alta, intreccio ben congegnato, ritmo incalzante, colpi di scena ben gestiti, fino alle sconvolgenti rivelazioni finali.

LEGGI L’INTERVISTA A CLAUDIO COLETTA