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Il tavolo blu

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Diana Luce Sanchirico, sua madre, è morta da una settimana. Si è gettata dal tetto ed è atterrata di testa sul porfido di fianco al porticato di casa. Mirna, ora che il suo unico punto di riferimento non c’è più, non ha alcuna base cui ancorarsi e si sente una bandiera in balia del vento. Vorrebbe che la donna fosse ancora lì accanto a lei e si comportasse come era solita fare, che urlasse addosso a tutti, a quelli che arrivano con fiori, occhiali scuri e frasi di circostanza. E anche a Ottavio, che sorride a tutti e ringrazia triste; e pure a lei, Mirna, che è rimasta sola e non era preparata ad esserlo. Vorrebbe che Diana urlasse e poi finisse con il ripensarci e calmarsi, come era solita fare. Invece no. Una settimana prima Mirna ha trovato la donna a terra, la posa scomposta, il vestito a fiori arrotolato su un fianco e una pozza di sangue sotto la testa. Ora Mirna entra in casa e chiude la porta dietro di sé. Il suo intento è quello di trattenere l’odore, le risate, le urla della madre. Le lacrime, quelle no, non riesce proprio a trattenerle. Si asciuga gli occhi, prosegue lungo il corridoio e si ferma davanti alla camera, dove Ottavio – l’uomo che non è suo padre, ma che l’ha cresciuta, e Mirna non avrebbe potuto desiderare uomo migliore per farlo – è sdraiato sul letto e russa, gli occhiali sul naso, le mani lungo i fianchi e il giornale aperto accanto a sé. Intanto, al ristorante Scegli un colore, Rachele Corsaro batte uno scontrino e lo porta al tavolo giallo. Nel suo ristorante i tavoli sono sette, ciascuno di un diverso colore dell’arcobaleno. Rachele ha preso in gestione il ristorante da un anno. Tutto è cominciato da una vacanza, l’ennesima. Rachele preferisce scappare dagli affanni piuttosto che affrontarli. Sceglie di ricominciare, anziché continuare. Ecco perché, nel giro di pochi giorni, ha lasciato tutto ciò che aveva costruito a Roma e si è trasferita ad Amalbena, la piccola cittadina affacciata sull’Adriatico in cui anche Mirna vive. Mirna non lo sa, ma Diana è l’elemento che fa da trait-d ’union tra lei e Rachele…

Quando deve scegliere a quale tavolo sedere, tra i sette del ristorante Scegli un colore, Mirna preferisce quello blu. E Rachele, la proprietaria del ristorante, si ripete che il blu è il colore della tranquillità e della calma. Il blu richiama il silenzio e l’eterno movimento; è la sfumatura di chi, pur essendo molto legato a ciò che ha di più caro, riesce a metabolizzare i continui alti e bassi della vita. È proprio così? È proprio questo, si chiede Rachele, il carattere della giovane donna che ha appena preso posto nel suo ristorante e che ha con lei molti più punti comuni di quanto possa immaginare? Mirna e Rachele sono due protagoniste del romanzo corale di Manuela Costantini, autrice abruzzese capace ogni volta di utilizzare il termine giusto e il sostantivo più adatto ed efficace per raccontare sentimenti, sensazioni e stati d’animo. Le due donne, nel corso della narrazione, scoprono di avere nella figura di Diana, madre della prima e un tempo amica della seconda, un punto di incontro. Sono due personalità complesse, due personaggi “sbeccati, lacerati, e tenuti stretti indissolubilmente a radici ormai sradicate”. Hanno reagito in maniera diversa agli schiaffi della vita: una ha deciso di ricominciare piuttosto che continuare, perché preferisce scappare dagli affanni; l’altra cerca invece di rimettere insieme i cocci di un’esistenza frantumata. E per farlo ha bisogno di restare e di ritrovare le proprie radici. Intorno a queste due figure affascinanti e in parte ammantate di mistero, che via via si disvela, ruota una nutrita galleria di altri personaggi singolari, ciascuno dei quali mostra la propria ferita, il proprio vissuto fatto di fatica e, spesso, di dolore, nonché la propria ricerca catartica di salvezza. Una storia potente, capace di mostrare i vari colori di cui l’esistenza si colora, insieme a tutte le sfumature che della vita stessa sono parte fondamentale; un viaggio nel cuore e nell’anima di chi ha imparato a fare dell’imprevisto un’opportunità per un nuovo inizio; il racconto di legami importanti – l’amicizia, l’amore, la condivisione, l’empatia – che cementano i rapporti e li fortificano. Un libro intenso, ben scritto e carico di poesia; un viaggio tra i colori e le emozioni, tra il mare e la terra, tra il bene e il male, tra la morte e la vita, che viene celebrata nelle sue imperfezioni, proprio quelle che, più di ogni altra cosa, la rendono unica.