
Bryant Park è un luogo magico, un giardino puntellato da panchine e circondato da grattacieli, uno di quei luoghi che si possono immaginare solo a New York. È qui che si trova Anna, seduta sulla sua panchina preferita, quella con alle spalle la statua di Gertrude Stein, la panchina preferita anche da Marco. Anna è giovane, è stata felicemente sposata, ma non lo è più da qualche anno, da quando un male improvviso si è portato via Marco. Oggi, a Bryant Park, a farle compagnia c’è Aldo. Eppure, quest’uomo conosciuto da poco, così come si era materializzato, altrettanto velocemente scompare, seguendo un copione che spesso si ripete a New York, città che sembra riuscire ad offrire solo legami instabili. Fortunatamente, Anna non è sola in questa metropoli gigantesca, affascinante e al contempo terrificante, può contare su un gruppo di amiche che la sostengono e la spingono a ricominciare a vivere, a riaprirsi al mondo, a fare dating. Ed è così che fra una passeggiata a Soho, una camminata a Brooklyn Heights ed una visita in un rooftop nell’Upper East Side, nella vita di Anna compaiono Aldo, il panettiere che vive a New York avendo vinto la lotteria della green card, Attilio, il commercialista di passaggio nella Grande Mela, Hans, il parrucchiere dandy. Sono tutte figure sfuggenti, destinate a non lasciare alcuna traccia nella sua vita. È questo che la attende dopo Marco? O forse è la dating scene newyorchese ad essere troppo nevrotica e troppo poco paziente? Forse l’approccio è sbagliato, suggerisce Ale, l’amica intima. Forse ciò di cui Anna ha bisogno è qualcuno che la accompagni verso una nuova fase della sua vita, qualcuno che le infonda nuovamente fiducia in se stessa e le regali quel tocco di brio di cui ha bisogno. Insomma, un traghettatore…
Amiche che si scambiano consigli sulla vita amorosa, donne di successo, brunch domenicali, ristoranti esclusivi, atmosfere spumeggianti, New York… viene in mente qualcosa? Decisamente sì. Sono alcuni degli ingredienti del mix perfetto di Sex & the City. L’unico di essi che qui manca – è solo accennato, per la verità – è il sex. È un libro semplice da leggere, scritto con una penna vibrante, che trasmette entusiasmo per le piccole grandi cose che la vita sa regalare; ben lontano, insomma, dalle premesse iniziali del libro. Non c’è ombra di tristezza, ma al contrario una grande carica di energia con la quale la protagonista ha deciso di affrontare la vita dopo il lutto del marito. “La vita è per il 10 per cento cosa ti accade e per il 90 per cento come reagisci”: questo è probabilmente il concetto che sostiene l’impalcatura del romanzo. Le cose belle, i cambiamenti positivi nella propria vita, non capitano per pura fortuna, ma per la predisposizione di ciascuno di noi e l’impegno che ci mettiamo affinché essi accadano. Resilienza. E poi, a dare magia al libro, c’è lei: la Grande Mela. Tra un viaggio in battello lungo l’East River verso Williamsburg, una cena a The Oyster Bar, un incontro speciale alla stazione dei treni di Grand Central, una visita al quartiere rivalutato di Dumbo, un drink al Bar Pitti, New York risulta vera e propria co-protagonista in queste pagine: briosa e dinamica, ma anche aspra ed impietosa se non si è dotati di abbastanza equilibrio interiore da poter contrastare i suoi effetti positivi e negativi. Indubbiamente una città fortemente vitale. Riuscirà l’atmosfera di New York a regalare un traghettatore ad Anna?