
I numeri, si sa, sono tipi difficili. Sempre pronti a fare a gara per vedere chi è il più importante, chi è che conta più di tutti. Non c'è da stupirsi perciò se il povero numero Zero conduce una vita triste e solitaria, lui che conta meno degli altri, con quel grosso cerchio in mezzo che sembra una bocca spalancata dallo stupore. Chi vorrebbe farsi vedere in giro con uno zero? Un giorno, il povero numero in questione, incontra un Uno arrabbiato perché proprio non riusciva a contare fino a tre. Lo Zero allora, deciso a tirarlo su di morale, gli offre subito un passaggio in macchina. Ed ecco che all'improvviso gli altri numeri, nel vedere lo Zero che accompagna in macchina l'Uno, iniziano ad inchinarsi e a fare riverenze: chi avrebbe immaginato di vedersi sfrecciare per la strada niente meno che un numero Dieci?...
Il trionfo dello zero, filastrocca di Gianni Rodari uscita per la prima volta nel 1960 nella raccolta Filastrocche in cielo e in terra, racconta attraverso i numeri la storia semplice di una scoperta fondamentale, di come sia sufficiente allargare l'orizzonte di uno sguardo, riflettere da una posizione diversa, per scoprire la meraviglia dell'altro. Giochi di parole e rime baciate sono gli strumenti che Rodari usa, ancora una volta, per ammaliare i suoi piccoli lettori. Quelli di Elena Del Vento, autrice delle illustrazioni, che sembrano tutte realizzate con la tecnica dello stencil, sono una semplicità e una essenzialità disarmante che si accosta alla perfezione allo stile rodariano. La grande pagine bianca si colora di numeri, ognuno dei quali viene rappresentato con la sua propria personalità. E allora ecco un pomposo Otto, con una elegante bombetta a richiamare la innata rotondità del suo proprietario; o l'eleganza di un Sette, con tanto di cagnolino al guinzaglio e cappello a cilindro; o ancora l'altera severità di un Uno con tanto di stivaletti. Tra una rima baciata e l'altra, un tratto di linea e due Uno che vanno a braccetto, sembra proprio – e a chi non piacerebbe? – che risolvere un malinteso o farsi un nuovo amico sia facile come imparare la tabellina del due o fare quattro più quattro.
Il trionfo dello zero, filastrocca di Gianni Rodari uscita per la prima volta nel 1960 nella raccolta Filastrocche in cielo e in terra, racconta attraverso i numeri la storia semplice di una scoperta fondamentale, di come sia sufficiente allargare l'orizzonte di uno sguardo, riflettere da una posizione diversa, per scoprire la meraviglia dell'altro. Giochi di parole e rime baciate sono gli strumenti che Rodari usa, ancora una volta, per ammaliare i suoi piccoli lettori. Quelli di Elena Del Vento, autrice delle illustrazioni, che sembrano tutte realizzate con la tecnica dello stencil, sono una semplicità e una essenzialità disarmante che si accosta alla perfezione allo stile rodariano. La grande pagine bianca si colora di numeri, ognuno dei quali viene rappresentato con la sua propria personalità. E allora ecco un pomposo Otto, con una elegante bombetta a richiamare la innata rotondità del suo proprietario; o l'eleganza di un Sette, con tanto di cagnolino al guinzaglio e cappello a cilindro; o ancora l'altera severità di un Uno con tanto di stivaletti. Tra una rima baciata e l'altra, un tratto di linea e due Uno che vanno a braccetto, sembra proprio – e a chi non piacerebbe? – che risolvere un malinteso o farsi un nuovo amico sia facile come imparare la tabellina del due o fare quattro più quattro.