
Giovedì 16 ottobre 2014. Milano. Quartiere Giambellino. E continua. All’estate più piovosa di sempre, segue un autunno che non promette nulla di buono. Un temporale piuttosto violento sta imperversando anche in questo momento e un fulmine illumina il cielo del Giambellino. Nel laboratorio di Libera, la fioraia più famosa del quartiere, con la passione per l’investigazione, una donna bionda se ne sta seduta su una poltroncina. Accanto a lei una ragazza dai capelli lunghi color del miele alza gli occhi al cielo, con l’aria rassegnata. Sono Brigitta e Lucilla, madre e figlia. Si sposeranno insieme, in una cerimonia congiunta: la figlia con un ex compagno di studi universitari, la madre con un avvocato civilista che le ha fatto scoprire le gioie del paracadutismo, delle ferrate e dei ritmi latinoamericani. Entrambe si sono rivolte a Libera, perché la sua fama ha fatto il giro della zona e anche della città: si dice che i suoi bouquet nuziali portino fortuna. Se sia vero o no, non è dato saperlo. Tuttavia a Libera il lavoro non manca. E neppure le preoccupazioni. Come quella di vedere sua figlia Vittoria – una poliziotta brusca e volitiva, impegnata negli ultimi tempi in una storia burrascosa con un ragazzo che sembra allergico ai legami istituzionali – entrare in casa bagnata fradicia e uscire di nuovo, mezz’ora dopo, diretta non si sa dove. Libera sa che la figlia ultimamente sta indagando in proprio, anche se ignora quale sia il caso di cui si sta occupando e perché lo stia facendo in solitaria. Libera conosce perfettamente i rischi cui Vittoria si espone: anche suo marito Saverio è stato ucciso, molti anni prima, mentre stava conducendo un’inchiesta privata. Libera ha promesso a se stessa che a Vittoria non accadrà mai la stessa cosa. Ci penserà lei a evitarla. Ecco perché, dopo aver congedato le due clienti, infila un giaccone sopra il grembiule da lavoro e, in ciabatte, sale sul primo taxi disponibile e si mette all’inseguimento della figlia, non appena Vittoria riesce ad aprire la portiera della piccola utilitaria verde e si immette sulla circonvallazione, direzione sud…
La nuova avventura della Miss Marple del Giambellino – Libera Cairati, fioraia milanese con il pallino dell’investigazione, aiutata dall’eccentrica madre Iole, donna decisamente fuori da ogni schema e incurante del giudizio altrui, e osteggiata da Vittoria, poliziotta dal carattere ruvido e decisamente misteriosa – parte da un’indagine condotta in gran segreto da Vittoria. La giovane vuole scagionare il padre del suo compagno, un pregiudicato accusato di aver assassinato una nota ricettatrice. È assolutamente vero che tutti gli indizi gridano a gran voce la sua colpevolezza, ma è altresì verità inconfutabile che, spesso, le cose non stanno così come appaiono. E Libera lo sa molto bene: sua madre non è esattamente, o non solo, l’eccentrica ex hippie paladina dell’amore libero a ogni età; Gabriele, con il quale la fioraia ha cominciato una relazione clandestina, non è solo il capo di sua figlia; il Gatto con gli Stivali non è esclusivamente un rapinatore mascherato, ma potrebbe avere con lei un legame ben più profondo. Mille nodi da sciogliere, quindi; innumerevoli matasse da sbrogliare; ricerche da condurre in un passato che riserva più di una sorpresa: verità taciute, infedeltà reciproche, tradimenti inaspettati. E in questo tourbillon, già di per sé parecchio confuso, ci si mettono anche le farfalle nello stomaco di Libera: quelle per l’appassionato Gabriele, ma anche quelle per lo scrupoloso e affettuoso Furio. Rosa Teruzzi – giornalista esperta di cronaca nera – mette a segno l’ennesimo centro. Libera & Co. divertono, commuovono e appassionano. Figure magistralmente costruite, intreccio che funziona e scrittura che intriga sono gli elementi vincenti di una serie che può creare dipendenza. Anzi, pare che il danno sia già stato fatto. E allora il consiglio è quello di gustare con calma quest’ultima storia e di sperare che, nel frattempo, la Teruzzi stia già lavorando alla prossima, magari nello stesso casello ferroviario in cui Libera, Iole e Vittoria trascorrono le loro movimentate giornate.