
In una piccola città meridionale italiana la vita sembra scorrere come sempre: si è appena svolta la decima edizione del “Premio Letterario Vincenzo Contini”, consueta vetrina per mettersi in mostra e bacino dal quale i quotidiani e le emittenti televisive locali attingono a piene mani per un articolo e per un servizio; soprattutto, occasione imperdibile per chi deve accaparrarsi dei voti. Infatti, le elezioni che designeranno il nuovo sindaco sono imminenti e la campagna elettorale è nel vivo: si fronteggiano da una parte Giulio Piccinno, giovane esponente di Rinnovamento per la Libertà e nipote della senatrice Gloria Della Rocca Piccinno, dall’altra Lino Orefice di Movimento Popolare. Proprio quest’ultimo, dopo aver cenato in un ristorante presso il Lago del Bracciale, una sera scompare nel nulla. Alcuni giorni dopo viene trovato il suo cadavere: Orefice è stato stordito e sepolto vivo. Chi ha potuto commettere un omicidio tanto efferato e perché? A indagare sulla vicenda c’è il procuratore Ennio Gallo, seguito dai fedeli Vassallo, Moretti e Serafin. Inoltre, a seguire da vicino la vicenda c’è il giornalista Michelangelo Romani del “Messaggero Quotidiano”, disposto a mettere a disposizione il suo intuito per fare luce su una vicenda dai contorni oscuri…
Terzo romanzo dell’autore leccese Giuseppe Calogiuri, avvocato specializzato in diritto della proprietà intellettuale, giornalista e musicista, Indelebile è un noir ambientato in una piccola città del sud-Italia in cui si muove una fauna antropologica che ruota attorno alle imminenti elezioni amministrative: politici, giornalisti, imprenditori, amici o presunti tali; un microcosmo il cui equilibrio viene spezzato dall’omicidio di Lino Orefice, un evento troppo grave per non creare una deflagrazione. Ma la politica non può fermarsi ed è così che a sostituire la vittima c’è suo fratello, il quale non può farsi scappare un’occasione tanto ghiotta. Più che nella costruzione della trama, Indelebile spicca per il suo linguaggio originale all’insegna dell’espressionismo: i dialoghi vengono infatti conditi dalla resa grafica delle univerbazioni e dei raddoppiamenti fonosintattici tipici del parlato (eccone qualche esempio: “Eggiustamente sì”, “beatallui”, “porta un amaro appapà”), e da un uso massiccio delle onomatopee. Insomma, al netto di qualche “d” eufonica di troppo, Indelebile si rivela un romanzo piacevole e ben scritto, che apre una finestra sul tipico malaffare italiano e costringe il lettore a continuare la lettura sino alle ultime pagine, ponendolo davanti a un finale inaspettato.