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Infanzia e bestiario

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Svizzera italiana. Oggi e qualche decennio fa. Claudia, che ha sempre avuto un cane accanto, passeggia a lungo, insieme all’uno o all’altro dei suoi compagni a quattro zampe: prima Moira, per sedici avventurosi anni, e poi Wisky. Le piace definire la consueta camminata quotidiana, “la passeggiata dell’antropologa”, quella che conduce verso l’estremità del paese, dove si incontrano la chiesa, il cimitero, il bordello, qualche albero da frutto. No! Questo avveniva in un altro tempo, quello di Claudia bambina. Ora, invece, si incontrano campi da tennis e da basket, palazzi, lo svincolo dell’autostrada, dove le auto sfrecciano veloci. Ricorda, Claudia, le tartarughe che allevava da piccina insieme al papà e in particolare ricorda la tartaruga morta schiacciata sotto un coperchio di ferro pesante, troppo pesante per lei bambina. Ora le tartarughe spesso vengono abbandonate e finiscono nel lago, è lì, tra i bagnanti, che hanno imparato a vivere. Rettili le tartarughe e rettili i serpenti, Claudia ricorda benissimo il primo serpente che vide da bambina: il serpente scorzone, nel giardino dell’albergo dei suoi genitori. E rammenta come la tata Cristina, spaventatissima, l’avesse sollevata “sotto le ascelle, in alto in alto, e via di corsa!”. C’è un pappagallo, poi, anzi una pappagalla, che è possibile incontrare durante le passeggiate, ma non in inverno. La pappagalla, chiusa in casa durante i mesi di gelo e vento freddo, finalmente esce e, dalla sua gabbia, posta sul balcone di una villetta, vigila su tutto ciò che accade attorno. Non le sfugge nulla, nemmeno il cervo che osa spingersi fin lì, tra case e strade, tra alberghi e automobili…

Claudia Quadri è scrittrice, conduttrice radiofonica e televisiva della Svizzera italiana. Infanzia e bestiario è il suo sesto romanzo e vi incontriamo gli animali di una vita, dai più quotidiani e domestici, come cani, gatti, cavalli, mucche, ai selvatici autoctoni, fino alle grandi balene. Le passeggiate di Claudia si snodano nei luoghi consueti della sua vita, ma sono anche, e forse soprattutto, escursioni nel tempo dell’infanzia e dell’adolescenza, per non perderne fantasie, sogni, acuti sguardi, fiabesche visioni. Compagni d’avventura e di memorie sono gli animali, insieme anche ad altri elementi naturali, come gli alberi, i fiori, i sentieri, i monti e il lago. Scrivere per ricordare e rivivere è un lavoro di fino della scrittrice, come la tessitura di certi arazzi o la realizzazione di certi ricami, come il rammendo di certi strappi o la cucitura di certe sfilacciature della stoffa. In questo caso, la stoffa della vita, rammendata, valorizzata ed esposta in un libro. Così conclude il suo romanzo Claudia Quadri: “Ricucire gli strappi nel paesaggio dell’infanzia prima che si laceri del tutto. Può darsi che i miei vagabondaggi, travestiti da passeggiate con il cane, siano ormai un lavoro di sartoria: camminare, rammendare. Eppure sembrava un paesaggio dato e immutabile. Mia madre apriva la cartina sotto gli occhi dei clienti, faceva crocette e, puntando sull’albergo, diceva: Wir sind hier – Noi siamo qui. Quando ero bambina, quel paesaggio io lo attraversavo con le gambe dritte, le ginocchia ben disegnate. Tutto era in attesa, acquattato nel futuro”.