
Daniel Molloy, giornalista nottambulo a caccia di storie, stavolta ne ha trovata una decisamente fuori dall’ordinario: quella di Louis de Pointe du Lac, faccia levigata e candida come avorio e occhi di un verde bruciante, alle spalle un passato secolare e davanti un futuro infinito di sangue e rimorsi. Un vampiro, ecco cos’è Louis, arrivato alla fine del XX secolo dal 1791, quando la sua vita terrena fu spezzata e stregata dal morso dello spietato e potente Lestat, succhiasangue senza scrupoli che l’ha condannato a vivere della morte altrui. Legato al suo creatore da un rapporto ambivalente di attrazione e ripulsa, costituirà assieme a lui e a una bimba vampira di nome Claudia una bizzarra famiglia (qualcosa – quasi superfluo specificarlo, date le premesse – di più vicino a un ménage à trois che non alle amene famigliole stile Mulino Bianco), finché la piccola non-morta, divorata dall’odio per colui che l’ha condannata a un’infanzia perpetua, deciderà di uccidere Lestat. Liberi dal loro ingombrante creatore, Louis e Claudia intraprenderanno un lungo viaggio alla ricerca dei propri simili, per trovare risposte alle mille domande che li assillano. Si imbatteranno, così, in Armand e negli altri non-morti che, a Parigi, gestiscono il Théâtre des Vampires: un incontro dalle tragiche conseguenze, almeno per Claudia, dal momento che l’uccisione del proprio creatore è una colpa talmente grave da meritare l’annientamento...
Sfolgorante pietra di fondazione delle Cronache dei Vampiri, una saga che dal 1976 a oggi conta dieci romanzi (più un paio di spin-off), Intervista col vampiro fa certamente parte del canone della letteratura vampiresca assieme ad altri classici imprescindibili quali Dracula di Stoker o Il vampiro di Polidori. È indiscutibile: gli erotici (e sessualmente ambigui), tormentati, bellissimi vampiri della Rice (e la credibile complessità del loro “mondo”, interagente con quello umano non solo per biechi scopi alimentari) sono un punto di riferimento obbligato e inevitabile per chiunque abbia voluto cimentarsi, in seguito, con le storie di non-morti. Certo, come accade quasi fatalmente alle serie romanzesche – soprattutto quelle di lungo corso – anche le Cronache dei Vampiri, col passar degli anni, hanno perduto un po’ del loro smalto, ma è un problema che certo non riguarda Intervista col vampiro: una vera prelibatezza per ogni gourmet vampirofilo che si rispetti.