
Dieci domande uguali poste a dieci scrittrici e scrittori diversi (in rigoroso ordine alfabetico: Carolina Cutolo, Mario Desiati, Peppe Fiore, Massimiliano Governi, Anna Mittone, Rosella Postorino, Giampaolo Simi, Giordano Tedoldi, Filippo Tuena, Sandro Veronesi). Gli argomenti di discussione? L’imprinting letterario alla radice della passione per la lettura e la scrittura, gli incipit, i finali, i sogni ricorrenti, le ossessioni, il suicidio e altri ancora. Le risposte? C’è chi ha cominciato a scrivere leggendo i Gialli Mondadori e chi Kierkegaard, chi divorava gli Harmony e chi i romanzi della Duras. Chi è stato scartato a un provino per il Parma Calcio nel 1991 e quindi si è dato alla scrittura. Chi si percepisce come artigiano della scrittura e chi come un acrobata che fa “i salti mortali sul ciglio di un burrone”. Chi non inizia a scrivere un romanzo finché non ha trovato un buon incipit e chi se lo lascia come ultima cosa. Chi trova sexy Fanny di Erica Jong, chi si irrita all’accostamento dell’aggettivo “sexy” alla letteratura, chi confessa il ricorso a Henry Miller per l’autoerotismo e chi trova sexy l’inizio della pièce teatrale Hamletmaschine di Heiner Müller (almeno nel momento in cui ha risposto alla domanda, perché mezz’ora dopo potrebbe cambiare idea). Chi è perseguitato dall’ossessione di star scrivendo “una cacata”, chi ha il pericoloso hobby di fare le cose che dovrebbe raccontare e quindi è meglio per lui che si limiti a scriverne. Chi ha chiaro sin dall’inizio dove andrà a parare scrivendo un romanzo – cioè conosce già il finale – e chi va avanti un po’ a tentoni. C’è chi ci spiega che “Vivere è un fallimento quotidiano e scrivere è il più trionfale dei fallimenti”, chi teme più di ogni altra cosa di scoprire, un giorno, che non era questo il suo destino e di aver inseguito un’illusione per tutta la vita e chi ci ricorda che “Senza fallimento non esiste la letteratura”. Chi pensa ad alcuni autori morti “come si recita una preghiera”, chi fa il sogno ricorrente di vedersi pubblicato un libro pieno di refusi e chi – vivaddio – di “volare nuda su Mosca”...
Prendendo spunto dalle leggendarie interviste a scrittori della rivista Paris Review il curatore Mauro Casiraghi ha raccolto in questo ebook che si legge in una piacevole mezzoretta queste dichiarazioni interessanti più che altro per la loro eterogeneità. Ogni intervistato infatti ha risposto separatamente, senza conoscere le opinioni degli altri, e questo ha creato da una parte alcuni buffi equivoci (memorabile quello di Veronesi sui vestiti), e dall’altra un doloroso dislivello tra chi ha approfittato delle domande per lanciarsi in tormentate riflessioni esistenziali e chi ha scelto la strada della leggerezza, tra chi ha risposto alla lettera e chi ha risposto “alla letteraria”. Chi gradisce maggiormente questo o quell’approccio di fronte a questi stridenti accostamenti inesorabilmente vedrà rafforzarsi le sue opinioni e i suoi gusti: lo stesso ovviamente è successo a noi. Notizia importante: il ricavato delle vendite di questo ebook viene devoluto a Medici senza Frontiere (codice donazione 1029993), un ottimo motivo in più – oltre al prezzo modicissimo e a quanto abbiamo sopra spiegato – per scaricarselo subito.