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Intervista a Arne Dahl

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Incontriamo uno dei maestri del giallo scandinavo, lo svedese Arne Dahl - al secolo Jan Arnald - a Brescia in occasione di “A qualcuno piace giallo”, il bellissimo festival della letteratura poliziesca e dintorni. Figura complessa, la sua: dirige una rivista super stilish, scala le classifiche sotto pseudonimo, pubblica libri diversissimi dal giallo col suo vero nome. E invece è il simpaticone che non ti aspetti, un ragazzo semplice e disponibile col quale è un piacere fare due chiacchiere.




Che effetto fa parlare con un giornalista di un tuo romanzo con 10 anni di ritardo, a causa delle diverse date d’uscita nei diversi Paesi?
Effettivamente fa un effetto un po’ strano dover analizzare come fossero novità diversi romanzi (e tutti scritti anni fa) a seconda dei Paesi nei quali mi trovo a fare tour promozionali, presentazioni e conferenze stampa ai Festival. Ma del resto succede a quasi tutti gli scrittori, è un aspetto normale del mercato librario. Magari può risultare strano o addirittura incomprensibile per il grande pubblico, ma per noi è normale.

Senti ancora tuoi i primi episodi della serie Intercrime oppure a questo punto vorresti andare oltre?
Sono tuttora molto contento di quei miei dieci libri, sono le storie che mi hanno lanciato sul panorama letterario internazionale. Ma non è solo questione di gratitudine, li ritengo romanzi validi e li considero ancora miei come il giorno in cui li ho scritti.

Sei spesso considerato il più “politico” dei giallisti scandinavi. Ti ritrovi in questa definizione?
Mi fa piacere essere percepito così, lo confesso. Probabilmente l’impressione deriva dalla mia scelta di raccontare a vari livelli diversi aspetti della società scandinava in un momento storico importante come il passaggio tra XX e XXI secolo considerandoli una parte essenziale delle storie e non solo contorno. Però malgrado sia un’osservazione che mi intriga, credo che nei miei romanzi ci sia forse anche altro, non soltanto questo, qualcosa di più eminentemente letterario.

Jan Arnald è il tuo vero nome e Arne Dahl il tuo pseudonimo. Fanno tutti e due gli scrittori e pubblicano libri, però. Ecco, che opinione ha Arne Dahl di Jan Arnald come scrittore?
Oh beh, è un’altra parte di me... Diciamo che loro due ormai sono buoni amici e hanno superato le divergenze che per un po’ li hanno fatti litigare. C’è molta complicità tra Arne e Jan!

Ci parli della rivista che dirigi, ”Aiolos”?
Ecco, quello è un progetto molto tipico di Jan, per esempio! Direi che ”Aiolos” - una rivista che si occupa di Arte, Letteratura, Filosofia e lo fa con una veste grafica molto raffinata e “di nicchia” - esprime il mio lato più “letterario”. Sono molto contento di quel progetto, è una valvola di sfogo importante per me.


I LIBRI DI ARNE DAHL