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Intervista a Aude Walker

Aude Walker
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Chi si è fatto l'idea che le interviste siano un momento di riflessione, quasi di raccoglimento, nel quale uno scrittore e un giornalista si isolano dal mondo e dal rumore per approfondire questo o quell'aspetto, stavolta deve proprio ricredersi. Ho incontrato Aude - alta più o meno 1,80, tailleur, voce roca con la erre francese - in uno stand di una fiera libraria, tra la folla che sciamava chiacchierando e curiosando tra i libri. E praticamente tutti si fermavano almeno per un attimo allo stand dove si svolgeva l'intervista. Affascinati dalla sacralità dell'evento o dalla bellezza di Aude? La seconda che hai detto.

L'impressione è che Saloon parli molto di te. quanto c'è di autobiografico nel romanzo?
In realtà i particolari che arrivano dritti dritti dalla mia vita sono solo due o tre. Dunque vediamo... ho fatto la cameriera in un grande albergo di Parigi, e... ah, e mia nonna somigliava tantissimo alla madre della protagonista del libro. E poi la famiglia di mio padre era la tipica famiglia cattolica irlandese piena di soldi del partito Democratico, gente che non ha mai lavorato davvero. Ma la loro storia mio padre non me l'ha mai raccontata, l'ho immaginata partendo da pochi elementi, ho preso ispirazione per il resto dal mito americano e dal lavoro degli autori francesi e statunitensi più votati all'interiorità.

 



Il rapporto madre-figlia è uno degli aspetti più inquietanti ed emozionanti della storia che racconti: ti è venuto istintivo occupartene oppure è stato un processo in qualche modo inconscio?
E' una cosa che ha sorpreso me per prima, io ero partita per raccontare la storia della famiglia di mio padre e mi sono trovata a parlare più che altro del rapporto della protagonista con questa madre ingombrante. Un rapporto che ha attributi da tragedia greca con una persona che è sempre e comunque prima donna che madre, che agisce come un'attrice, come il suo lignaggio e il suo stile di vita le impongono, che si accontenta di brillare anche se non fa niente e che schiaccia gli altri senza pensarci un attimo.


 

Tu che come la protagonista del tuo romanzo sei cresciuta e vivi a cavallo tra Usa ed Europa non puoi non beccarti la fatidica domanda: quali sono le differenze tra questi due mondi che più ti colpiscono?
Aiuto! E' un argomento complessissimo, ci sono talmente tante differenze anche tra i diversi Stati americani ed europei, figuriamoci tra i due continenti, è difficilissimo sintetizzare in pochi punti tutto questo. Una differenza che si nota chiaramente nell'ambito letterario è che la letteratura francese è più basata sull'introspezione e quella americana più sull'azione: la cultura americana si muove per affermarsi, quella europea tendenzialmente no, anche se con Sarkozy la Francia sta attraversando un profondo mutamento. Un'altra caratteristica tipicamente americana è che le città, i luoghi diventano facilmente personaggi principali dei romanzi, mentre in Francia ci si concentra di più sulla vita e sui pensieri delle persone. Come se essere francesi sia sufficiente, perché la nazione vive nelle interiorità. Ecco, in Usa questo a parer mio non accade. Almeno non nello stesso modo.

 




E ti pare che il teatro nel quale si muovono i personaggi di Saloon sia più quello interiore o quello esteriore?
L'elemento centrale è la prigione interiore della protagonista, che da sempre è abituata a mentire, innanzitutto a se stessa. Questi suoi 'lucchetti' sono in stridente contrasto con i paesaggi così immensi, con le spiagge, con le autostrade interminabili degli Stati uniti, e questi luoghi a loro volta cozzano con il piccolo mondo borghese dei personaggi del romanzo. La protagonista ha davanti a sé una scelta, e alla fine sceglie di chiudersi in se stessa.
 



Quali sono gli autori ai quali guardi con maggiore attenzione, i tuoi modelli di scrittura, se ne hai?
Mmm, direi Thomas Bernhard per la sua critica sociale e per l'approccio stilistico, per il ritmo secco e pulito, Francis Scott Fitzgerald e la Beat generation, e poi tanta musica che mi ha ispirato durante la stesura del libro: il rap per la scansione ritmica e Schubert per la sua malinconia assoluta.

 

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