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Intervista a Brenda Navarro

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Brenda Navarro è una giovane donna piccola di statura e con una malinconica dolcezza nello sguardo. Le chiedo se è stanca dopo una giornata di interviste e lei sorridendo ammette che è proprio così. Le prometto allora che la nostra conversazione sarà il più possibile breve. Ciò non toglie che gli argomenti trattati saranno importanti e a loro modo spaventosi: del resto la scrittrice messicana è molto impegnata politicamente nel suo Paese: laureata in Sociologia ed Economia femminista, nel 2016 ha fondato un gruppo di donne che promuove la scrittura femminile dal nome #EnjambreLiterario.




La sostanza profonda di cui è fatta la maternità è naturalmente l’amore, ma anche la paura?
Sì, penso che la paura sia pervasiva in ogni donna che diventa madre, perché è sempre presente di fondo la paura di non essere una buona madre. E le convenzioni sociali peggiorano molto questa paura, la potenziano, tutti attorno a lei non fanno altro che spiegarle cosa fare e non fare per non essere una cattiva madre. Infine c’è la paura profonda di ogni donna che essere madre non le permetta più di essere donna, di non avere più la sua individualità.

Le madri del tuo romanzo Case vuote sono donne molto diverse, e molto diverso è anche il loro bisogno di maternità…
Sono molto diverse perché volevo raccontare il concetto di maternità in strati sociali molto diversi. La prima, la madre più benestante, ha molta più paura, perché in realtà non sa se è in grado di essere una buona madre né prima di avere il figlio né dopo che l’ha perso. La seconda è più coraggiosa, è ignorante e povera, la sua prima occupazione è sopravvivere, nel suo mondo tutto quello che vuoi te lo devi conquistare con le unghie e con i denti.

Ho scoperto con il tuo libro questo inquietante fenomeno della sparizione di bambini e adolescenti in Messico. Sui media italiani non se ne parla, puoi spiegarci di che si tratta?
Parliamo di 65.000 scomparsi finora, un numero impressionante. Ci sono 65.000 madri messicane che non sanno che fine hanno fatto i loro figli e soprattutto c’è uno Stato assente, che non accompagna queste famiglie nella ricerca della verità, ma anzi sembra fare di tutto per peggiorare la situazione. È una vera emergenza nazionale, un fatto gravissimo e oltre a questi desaparecidos abbiamo dieci femminicidi al giorno in Messico e la sparizione di tantissime ragazze dai 14 ai 21 anni vittime della tratta degli esseri umani per prostituzione e altri motivi.

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