Cos'è la memoria per un essere umano? Vale sempre la pena di nuotare nel mare dei ricordi oppure a volte sarebbe meglio un pietoso oblio?
Noi siamo fatti di memoria così come siamo fatti di sangue. Ogni giorno che viviamo è un ricordo in più che ci rende più sensibili. Sarebbe certamente più facile, meno faticoso, vivere nell’oblio - ma non è possibile, così come non è possibile vivere senza sangue.
Per il lancio di Due amici stai utilizzando in modo intensivo le potenzialità che il Web - social network inclusi - offre oggi a chi pubblica un libro. Quanto credi a questi nuovi mezzi promozionali in editoria? Quanto sta cambiando il ruolo dello scrittore, ora sempre più promoter di se stesso?
Ogni artista oggi è promoter di se stesso, si tratta di contemporaneità, pregnanza attuale. Credo alla comunicazione sul web, ai video sul web. Cerco una sperimentazione nel suono e nel visuale. Legato a “Due amici” è stato il video “Estate”, già online. A luglio uscirà il video di “Contro di me”, il brano selezionato per Sanremo 2010. A settembre è previsto il progetto “Il fuoco” una poesia sulla musica a cui credo molto.
Il tuo stile di scrittura a tratti ricorda molto l'approccio che si ha quando si scrivono le liriche di una canzone. Il tuo essere cantautore c'entra in qualche modo?
Cerco un italiano ritmico, le sincopi nelle sillabe. Le mie frasi sono esperimenti di suoni – questo è quello che cerco, spero di fare. Vorrei sempre di più avvicinare la scrittura alla musica, con una ricerca sulla voce, sul timbro – sul suono, appunto.
Quanto pesa l'esperienza del diabete e perché hai deciso di parlarne in un romanzo?
Come succede a Matteo nel romanzo, il diabete mi ha formato, forgiato il carattere. Mi ha insegnato il rigore, la concentrazione. Mi ha reso più forte perché più sensibile. Tutti a un certo punto, verso la metà della nostra vita, dobbiamo accettare che non siamo più nella fase ascendente – che non stiamo più crescendo, ma stiamo morendo. Contiamo gli anni che abbiamo vissuto e sono di più di quelli che abbiamo da vivere. Proviamo la sensazione che la nostra vita non sia più in salita, ma in discesa. Io questa sensazione l’ho provata presto, a vent’anni, per via del diabete.
Perché la tua immagine sulla copertina del libro? Non temi che tutto possa sembrare troppo glamour togliendo sostanza alla tua proposta letteraria?
Mettere la mia faccia in copertina per me significa essere sincero. Questa storia racconta me, come sono cresciuto. Non penso potesse esserci immagine più coerente – e mi domando perché la mia faccia possa essere sinonimo di glam. Metà della mia faccia: i due amici sono le due parti di me. Non è il doppio, ma sono uno la metà dell’altro – la metà di me.
I libri di Carlo Mazzoni