
Come puoi considerare non affascinante una persona che ama definirsi una “abbandonologa”? Esatto, non puoi.
Carmen, come spiega sul suo sito, "si innamora dei luoghi abbandonati, li mappa, li fotografa, li pubblica in rete. Parla di macerie e rovine a UnoMattina.Ha un grande seguito su Facebook, dove segnala e le segnalano luoghi sconosciuti e disabitati". In occasione del suo debutto come romanziera, l'abbiamo contatata via Facebook e intervistata per voi con grande piacere.Parliamo del fatto che ti piace partecipare a funerali di sconosciuti. Una passione inusuale. Come mai? Te l'avranno già chiesto in molti, ma ripetiamolo a beneficio dei lettori di Mangialibri...
Per dire due parole al morto, quasi sempre parole di restituzione. A volte porto con me versi di poeti trascritti su un bigliettino, che poi lascio cadere in prossimità del morto. Dal mio punto di vista, e per la mia esperienza, c’è come una comunione fra il mondo dei vivi e quello dei morti. Far parlare gli spacchi nei muri delle case, le vecchie suppellettili, tutto ciò che resta in un angolo, coperto dalla polvere del tempo, può aiutare a percepire questa contiguità.
Qual è secondo te il contrario di morte?
Non so rispondere, ma riporto alcuni versi da Souffles, di Birago Biop:
Quelli che sono morti non sono mai partiti…
I morti non sono sotto la Terra,
sono nell’Albero che freme,
sono nel Bosco che geme,
sono nell’Acqua che scorre…
Sono in mezzo alla Folla
I morti non sono morti.
Nell'immaginario collettivo un luogo caduto nell'oblio, segnato dal tempo e dimenticato dagli uomini è sempre associato a una fitta nebbia che lo avvolge tutto e forse lo rende anche un po' inquietante. A te la nebbia piace?
La nebbia mi ricorda l’ombra e nello strano lucore che filtra dalla ombre è bello fantasticare.
Cosa altro ti piace, a parte – questo l'abbiamo capito – andare a caccia di cose abbandonate?
Mi aggiro spesso per anticaglie e robivecchi cercando, soprattutto, orologi a cucù fermi e tazze vintage; lo stesso faccio con le bancarelle di libri ormai introvabili, quelle specie di trucioli che nessuno pubblica più. E poi mi piacciono le borse, quelle morbide e grosse che nascondono gli oggetti come fanno le case.
Dove si nasconde Carmen in Cade la terra? Nella sofferente Estella, nel problematico Marcello, in uno degli altri personaggi? O forse nel vecchio olmo?
Forse un po’ in tutti, persino in Gedeone, il molosso pazzo. Scrivere è sempre una questione di autobiografia dell’ombra, secondo me.
Chi è Carmen? Prova a descriverti facendo un acrostico con il tuo nome...
Ciondolante (con lentezza)
Abbandonica
Ritardataria (resto sempre indietro)
Malinconica
Empatica
Notturna.
I libri di Carmen Pellegrino