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Intervista a Dinah Jefferies

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Nata a Malacca, in Malaysia, nel 1948, si è trasferita in Inghilterra nel 1956, all’età di otto anni, poco dopo l’indipendenza della Malaysia. Ha iniziato a pubblicare romanzi solo nel 2013, dopo un tragico lutto. Il suo secondo libro, il bestseller Il profumo delle foglie di tè, è stato tradotto in diciassette lingue e l’ha fatta conoscere in tutto il mondo. Grazie alla collaborazione dell’ufficio stampa dell’editore Newton Compton abbiamo potuto rivolgere a Dinah qualche domanda.




Partiamo dal titolo, o meglio dai titoli: quanta attenzione metti nei titoli dei libri per trovarne di così esotici e accattivanti?
Il mio nuovo libro Il profumo segreto della lavanda è ambientato nella bellissima e affascinante Dordogna, in Francia, durante la Seconda guerra mondiale. Sebbene io dia suggerimenti, alla fine gli editori scelgono i titoli e prestano molta attenzione, cercando sempre di riflettere la storia, o i personaggi, e/o l’ambientazione.

L’Oriente è quasi sempre presente, sfondo affascinante e avvolgente: quanto è stato importante in questo senso nascere in Malesia?
I miei primi sei libri sono stati ambientati in Oriente, incluso Il profumo delle foglie di tè, quindi essere nata in Malesia è stato di grande ispirazione e aiuto. Ma ora mi sto concentrando sulle ambientazioni europee. Il mio settimo libro è stato ambientato in Toscana e a Roma, ispirato dal periodo in cui ho vissuto a San Gimignano molti anni fa. Nel mio ottavo libro, Il profumo segreto della lavanda, è il 1944 e tre sorelle aspirano alla fine della guerra. Vivono sotto l’occupazione nazista in un vecchio casolare in pietra ai margini di un antico villaggio, nel profondo della valle di Dordogna. Sembra un luogo idilliaco, ma le loro vite sono tutt’altro che facili.

Nell’ottavo romanzo dunque entra in scena la lavanda: ancora un profumo e una sensazione per il lettore...
Questo è un romanzo drammatico ed emozionante ma, come in tutti i miei libri, voglio trasportare il mio lettore in un luogo diverso e in un tempo passato concentrandomi sui cinque sensi. Ci sono quindi la lavanda, il caprifoglio e il profumo baciato dal sole di abete e abete rosso. Ma questa zona della Francia è anche un’area di straordinaria bellezza naturale con valli, gole, grotte, cascate e fiumi. Ci sono città medievali e villaggi in cima a una collina, con case in pietra color crema che fiancheggiano ripide stradine acciottolate. Volevo far contrastare la splendida ambientazione con l’oscurità della guerra, quindi questa storia esplora una visione della guerra dalla prospettiva rurale di un villaggio in Francia, qualcosa che non vediamo così spesso nella narrativa della seconda guerra mondiale.

Le tue storie sono sempre piene di profumi, spezie, gioielli, ambientazioni particolari, con amori travolgenti ma mai facili, anzi, se proprio vogliamo essere sinceri, sempre particolarmente complicati. Perché?
Penso che sia solo il modo in cui scrivo. Questa è una storia di coraggio, passione e segreti di famiglia a lungo nascosti che minacciano di svelare tutto. È una storia di amore, tradimento e speranza. Ci deve essere sempre speranza nei miei libri. Le mie tre sorelle devono imparare ad essere coraggiose; devono trovare un modo per sopravvivere in un momento incredibilmente difficile. Non hanno libertà. Vivono nella paura. Guardano sempre alle spalle. La vita normale è andata e le persone sono su fronti diversi. Ci sono i collaborazionisti. Ci sono i partigiani. Quindi, di chi possono fidarsi? E quando arrivano al punto in cui devono lottare per ciò che è giusto, si mettono in terribile pericolo.

Le donne dei tuoi romanzi sono fragili solo in apparenza, in realtà sono piene di coraggio e sempre pronte a rimboccarsi le maniche e ricominciare: a chi ti ispiri ogni volta?
Poiché i miei libri sono ambientati nel passato - quando le donne spesso avevano un’azione limitata nel mondo - ho impostato le sfide dei miei personaggi in modo che possano crescere. Non sappiamo mai quanto siamo forti fino a quando non siamo messi alla prova e se i personaggi fossero forti fin dall’inizio, avrebbero meno spazio per svilupparsi. Cerco sempre di dare ai personaggi spazio per cambiare e diventare più forti, in un modo o nell’altro. Questo libro è il primo di una trilogia e spero che i lettori si preoccupino di queste sorelle, che investiranno tempo su di loro e vogliano sapere come vanno le cose per loro. Tutte le mie eroine sono mie invenzioni e non ispirate da nessuno in particolare.

Le tue storie sono sempre così articolate e movimentate, mai banali o troppo romantiche: da dove prendi ispirazione?
Prendo ispirazione da molti posti diversi. A volte un personaggio mi viene in mente e questo mi spingerà in un viaggio per capire quale potrebbe essere la sua storia. A volte, quando faccio ricerche, leggo qualcosa che attira la mia attenzione. A volte andare in un posto nuovo fa scattare un’idea. Spesso è una vaga sensazione onirica di un luogo che mi fa impazzire. Le mie idee sulla storia si sviluppano nel tempo. Comincio con qualcosa di piccolo che, come un seme, cresce mentre ci penso, finché non sono pronta per scrivere.

C’è spesso una colonia inglese a fare da sfondo, perché? È solo per una questione politica, per evidenziare errori e abusi?
In questo libro le tre sorelle sono francesi, anche se hanno una nonna inglese. Nel mio ultimo libro uno dei protagonisti era italiano, l’altro americano, quindi non sempre sono inglesi. I protagonisti inglesi erano principalmente nei libri ambientati in Oriente, perché era quello che conoscevo di più e sì, era possibile evidenziare gli aspetti politici proprio per questo. Dobbiamo anche stare molto attenti all’appropriazione culturale in questi giorni ed è più sicuro restare con ciò che è familiare e conosciuto. E questo significa principalmente protagonisti britannici o europei.

Quali sono le tue condizioni ideali per scrivere? Qual è la tua routine come scrittrice?
Scrivo la mattina nella mia stanza di scrittura in fondo al giardino e scrivo in assoluto silenzio. Ho bisogno di pace senza interruzioni per potermi trasportare nella mia immaginazione mentre scrivo e dare vita a un nuovo mondo di storie. Lo adoro, scrivere in silenzio.

I LIBRI DI DINAH JEFFERIES