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Intervista a Elisa D’Ospina

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Occhi da orientale e colori mediterranei, fisico da top model ma ben lontana dal modello “anoressico”, Elisa D’Ospina è una donna “fuori misura”, ideatrice della campagna “I’m not a fashion victim” con cui ha fatto il giro del mondo per aiutare le vittime dei disturbi alimentari. La incontriamo all’indomani dell’uscita del suo primo libro per farci raccontare la sua battaglia e il suo approccio.


Quanta responsabilità hanno le donne nel non sentirsi adeguate agli standard proposti dal mercato?
Il fatto che fino ad oggi ci sia stato un silenzio latente e non ci si sia ribellate non vuol dire che le cose non possano cambiare. Siamo molto condizionate dal mercato e dai media, ma se ci guardiamo attorno, la normalità è ben altro rispetto a quello che ci viene proposto. Non siamo noi ad non essere adeguate: è il mercato stesso che è lontano anni luce dalla società moderna.


 
Quando hai deciso di dedicare la tua vita alla lotta contro gli stereotipi?
Fin da piccola gli stereotipi non mi sono mai piaciuti. Sono sempre stata quella che era "fuori dal coro".


 
Quali le difficoltà e quali i vantaggi di affrontare certi messaggi da dentro un sistema?
Hai a che fare con una mentalità radicata e quindi è difficile che tutti comprendano appieno il tuo messaggio. Questo però non vuol dire che bisogna arrendersi, anzi, c'è una fetta grandissima di donne che mi sostengono. E non parlo solo di fisicità, c'è bisogno di radicarsi ai valori, all'educazione e alla cultura.

 
Quando hai deciso di raccontare la tua esperienza in un libro?
È nato tutto dall'esigenza di mettere insieme le parole. Ho sempre comunicato attraverso i social network ma si sa, il loro limite è quello di disperdere le informazioni. Quindi chi mi segue da oggi può avere un piccolo manuale di sopravvivenza in una società che vorrebbe fare degli essere umani un copia e incolla.

 
Cosa vorresti dire in più ai tuoi lettori?
Vorrei che le persone iniziassero a diventare critiche. Critiche nei confronti dei messaggi che ci vengono proposti, critiche verso i media, critiche verso le situazioni che dovrebbero interessare tutti e che per comodità spesso facciamo finta di "non sentire". Quando vado nelle scuole chiedo ai ragazzi di attivare le menti e non vergognarsi mai ad essere se stessi, anche se questo costa molta più fatica rispetto l'indossare quella maschera che permette il quieto vivere. Lottare per i propri ideali fa si che ci si possa la svegliare la mattina con degli obiettivi chiari. È il segreto del saper vivere rispetto al semplice esistere.

I libri di Elisa D’Ospina