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Intervista a Emilia Hart

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Emilia Hart, nata a Sidney e attualmente residente a Londra, dopo gli studi letterari e quelli giuridici, ha deciso di dedicarsi alla scrittura. Aggiungerei con grande successo. È approdata nel panorama internazionale con un romanzo d’esordio che ci presenta come un giusto tributo verso la sua infanzia, verso i membri importanti della sua famiglia, che l’hanno resa la donna e l’autrice che è diventata. L’abbiamo incontrata in occasione di Pordenonelegge 2023.



Weyward è il tuo primo romanzo. Troviamo tre donne protagoniste in epoche lontane e apparentemente diverse tra loro: il Seicento, il Novecento e il Duemila. Eppure, quando si tratta di misoginia, pregiudizi e violenza sembra che il tempo non sia passato…
Questo è proprio quello che volevo trasmettere scrivendo Weyward, cioè il modo in cui la misoginia riecheggi nel tempo. Tuttavia, speravo anche di poter evidenziare la forza e la resilienza delle donne. Traggo una profonda ispirazione dalle donne che hanno lottato per i nostri diritti nel corso dei secoli: volevo rendere omaggio a loro e mostrare come noi possiamo continuare il loro lavoro oggi.

La caccia alle streghe affonda le radici nel lontano medioevo e ancor prima, eppure la cronaca quotidiana ci dimostra costantemente che non ci siamo sbarazzati di questo retaggio, dell’arretratezza culturale che pone la donna sempre in condizione di inferiorità. Cos’è che non riusciamo a cambiare?
Vorrei proprio sapere come potremmo rompere questa ripetitività. Ma, dal mio punto di vista, credo che la nostra società inculchi idee sui ruoli di genere sin dalla tenera età. I ragazzi apprendono molto in fretta – sia dai loro genitori, che nei cortili delle scuole o dalla pornografia che guardano sui loro smartphone – che hanno diritti sui corpi delle ragazze e delle donne. Così tante culture in tutto il mondo sembrano vedere le donne come una risorsa per la riproduzione e la gratificazione sessuale piuttosto che esseri umani a tutti gli effetti. Credo che dobbiamo insegnare alla futura generazione di adolescenti a rispettare e valorizzare le loro coetanee. Ma non può essere solo compito delle donne insegnarlo: anche gli uomini devono fare la loro parte.

Le protagoniste sono donne che “sentono” la natura, sono in sintonia con essa. All’epoca di Violet e Altha questo legame, però, contribuisce a ghettizzarle: oggi, invece, è un privilegio sentirsi connessi con la natura. Tu che rapporto hai con la natura?
Hai proprio ragione: al giorno d’oggi, è un privilegio avere un rapporto con la natura. Ricordo di aver pensato molto a questo durante la pandemia – quando stavo scrivendo il libro – come così tanti spazi verdi fossero chiusi al pubblico. Ero così fortunata di trovarmi in Cumbria, dove il libro è ambientato, in quel momento ho tratto molto conforto e sollievo dal paesaggio selvaggio e aspro. Ora vivo a Londra, ma cerco di trascorrere un po’ di tempo immersa nella natura ogni giorno, anche solo per una passeggiata al parco della città. Ha un effetto davvero rigenerante sulla mia salute mentale.

Nei ringraziamenti del libro non mancano accenni alla tua famiglia e in particolare alle donne che la compongono. Quanto hanno influenzato sulla decisione di raccontare questa storia? Quanto è importante la solidarietà tra donne per te?
La solidarietà tra donne è cruciale. Credo sia molto importante che le donne leghino tra loro, condividano le loro storie e diffondano lezioni di femminismo. Ho preso grande ispirazione dalle donne della mia famiglia mentre scrivevo il libro. Mia madre è una femminista convinta e lei stessa mi ha trasmesso questo sin da quando ero ragazza – dubito che sulla distinzione di genere la penserei allo stesso modo senza la sua influenza. Mia nonna ha una potente connessione con il mondo naturale – infatti il giardino del Cottage di Weyward è basato proprio sul bellissimo giardino di mia nonna nelle Blue Mountains del New South Wales. I suoi racconti erano una fonte di incanto e meraviglia per me, nella mia infanzia, così volevo davvero omaggiarla in questo modo.

Augurandoti che questo sia il primo di una lunga serie, hai già in mente il prossimo progetto editoriale?
Sto lavorando al mio prossimo libro proprio ora – infatti, ho appena rinviato una nuova bozza al mio editore inglese all’inizio di questa settimana! Come Weyward tratta di legami femminili e resilienza, con una spolverata di realismo magico. Ma questa volta è ambientato al mare. Non vedo l’ora di condividerlo con i lettori.

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