
La piccola barchetta della scuola di scrittura Omero in ventuno anni ne ha solcati tanti di mari, vedendo uscire dai suoi corsi autori come Carofiglio, Tea Ranno o Valerio Aiolli. Nata nel 1988, la prima scuola di scrittura creativa in Italia non è ancora stanca di remare, nemmeno in tempi di crisi. Anzi, quella barchetta ha appena superato le Colonne d'Ercole entrando ufficialmente nel grande oceano dell'editoria con una collana di narrativa dedicata ad un genere letterario tutto omerico: il fantareale. A spiegarci di che cosa si tratta è Enrico Valenzi, cofondatore insieme a Paolo Restuccia della scuola di scrittura nonché della neonata casa editrice Omero.
Allora, che cos'è questo fantareale?
Si tratta di un genere letterario che, in particolare attraverso l'elemento fantastico e l'ironia, reinterpreta la realtà. Jean Cocteau disse: “Se il mondo avesse un senso io non scriverei”, per assurdo il fantareale può dare un senso alla realtà. Un modo di vedere il mondo con occhi diversi.
Come vi siete accorti che poteva esserci spazio per dare voce a questa nuova corrente letteraria?
Una scuola di scrittura è di per sé un osservatorio privilegiato. In special modo, negli ultimi due o tre anni, ci siamo resi conto che la quantità di testi che uscivano fuori dai nostri laboratori e che avevano la caratteristica di mescolare in modo nuovo la realtà con la fantasia, erano sempre di più. Una tendenza che lasciava sorpresi anche gli ospiti, esponenti del mondo dell'editoria e della scrittura, che intervenivano ai nostri corsi. Insomma, stava nascendo qualcosa. Così, anche per gioco, abbiamo dato un nome a questa cosa e abbiamo steso un manifesto del fantareale.
E le tappe che vi hanno portato alla pubblicazione di un'antologia di racconti fantareali, e quindi alla casa editrice?
Abbiamo cominciato con l'apertura di un blog dedicato al fantareale, a cui finora hanno partecipato circa 130 autori esordienti inviandoci racconti, foto e filmati. In seguito hanno aderito anche autori affermati, con uno stile di scrittura decisamente fantareale, come Carola Susani o Javier Arguello. Il passo successivo è stato raccogliere il meglio di questi racconti in questa nuova antologia del racconto fantastico. In realtà l'aggettivo nuovo potevamo risparmiarcelo perché in Italia non c'è una grande tradizione fantastica, tranne alcuni autori peraltro un po' dimenticati come Landolfi. Non si tratta di una antologia di ex allievi della nostra scuola di scrittura, ma di una raccolta di autori italiani e stranieri, già pubblicati o all'esordio, uniti dal comune denominatore del racconto fantastico.
Tutti parlano di crisi, soprattutto dell'editoria. La domanda sorge spontanea: chi ve l'ha fatto fare? Quali sono le maggiori difficoltà che avete incontrato o che state incontrando?
Stiamo partendo con la casa editrice perché sentiamo molto entusiasmo attorno al progetto fantareale e riteniamo che attualmente le case editrici italiane non diano per nulla spazio a questa corrente letteraria. Quindi pensiamo che ci sia un pubblico di lettori pronti ad accogliere la nostra iniziativa editoriale. Abbiamo deciso di non entrare nel circuito editoriale della distribuzione nelle librerie, ma di vendere i nostri libri attraverso il nostro negozio virtuale www.omeroeditore.it. Questo perché possiamo sfruttare la lunga tradizione web di Omero e i tanti visitatori e clienti delle nostre attività didattiche e formative.
Come si colloca, o come intende collocarsi, la casa editrice Omero nel panorama editoriale italiano?
Ci piacerebbe diventare la casa editrice di riferimento di tutti gli appassionati di narrativa fantastica che in questo momento non hanno uno spazio editoriale dedicato. Questa antologia è senz'altro il primo di una serie di passi editoriali. A ottobre è prevista l'uscita dei “racconti carnivori” di Bernard Quiriny, un autore belga ancora inedito in Italia. E naturalmente siamo in continua ricerca di nuovi testi fantareali.