
Tecniche di memoria antichissime (con tanto di stupefacente dimostrazione pratica), humour yiddish, uno sguardo disincantato a cosa è diventata Israele oggi: nei libri di Eran Katz ci sarebbe materiale per almeno tre autori. Non intervistarlo quindi sarebbe un po’ come farsi sfuggire una mega-offertona speciale 3x2 al supermercato, non sia mai detto in questi tempi di crisi economica!
Il tuo libro Jerome diventa un genio è davvero un qualcosa di originale, un bizzarro mix tra umorismo, saggistica e tradizione ebraica...
Soprattutto è un libro sulle tecniche di potenziamento della memoria: il mio scopo era dimostrare che chiunque può giovarsi di queste antiche tecniche ebraiche. Perché proprio quelle ebraiche? Perché no? (A questo punto Katz ci dà una dimostrazione pratica delle potenzialità mnemoniche del nostro cervello mandando a memoria in pochi secondi un numero di 22 cifre proposto da noi e ripetendolo anche all’inverso, cosa che farà più volte durante l’intervista, sempre senza sbagliare un colpo e col sorriso sulle labbra)
Oddio, come fai?
Non ho capacità particolari, non ho nemmeno una memoria fenomenale o roba del genere. Chiunque grazie al metodo di cui parlo nel mio libro può ricordare facce, numeri, nomi, dove ha messo le chiavi, dove ha parcheggiato la macchina...
Eppure le capacità mnemoniche sembrano differire molto tra le persone...
Ci sono una serie di luoghi comuni da sfatare sull’argomento: troppe persone si lamentano di non avere una buona memoria. Ma in realtà non esiste una cosa come la cattiva memoria: la chiave di tutto è la motivazione a ricordare qualcosa: nessuno dimentica mai, ad esempio, il nome di qualcuno che gli deve 100.000 euro! Durante le mie conferenze faccio spesso un esperimento: chiamo sul palco tre coppie e posiziono le donne dietro ai loro uomini, in modo che questi ultimi non possano vederle. Dopodiché chiedo agli uomini di descrivere indumento per indumento, oggetto per oggetto come è vestita la loro compagna. Ho fatto questo esperimento più di 700 volte, e mai, dico mai, mi è capitato che un uomo sapesse descrivere senza errori il vestiario della sua compagna. Una donna invece è in grado di ricordare cosa indossava un’altra donna a una festa svoltasi 20 anni fa! E come mai gli uomini non riescono a ricordare questi particolari? C’è forse un motivo fisiologico? No. Semplicemente, non gliene frega nulla. E senza motivazione, non c’è memoria.
Ma ricordando tutto non si correrebbe il rischio di sovraccaricare la nostra memoria?
Non esiste un overload di memoria, non è che ricordare la lista della spesa occupa spazio prezioso, mica abbiamo che so, 5 giga di memoria e poi stop! Nel corso della vita sfruttiamo il 10% circa delle nostre capacità mnemoniche. In altre parole, il 90% del cervello non lo usiamo. In alcune persone si nota di più, a dire il vero... La mente funziona come Word: prima scriviamo ciò che ci serve, e poi spingiamo il tasto Salva: il nostro Salva è fare attenzione. E fare attenzione è sempre stata un’abitudine ebraica. Anzi, conoscere e imparare sono due principi ebraici. Dice il proverbio: se non sopporti la fatica dell’imparare, soffrirai le pene dell’ignoranza.
Che reazioni ha suscitato il tuo libro?
I miei amici ebrei mi hanno criticato: troppo ebraico, la gente che lo legge ci odierà. I miei amici musulmani mi hanno detto: se mi vede qualcuno che lo leggo mi ammazza... Ecco perché ho dedicato il libro a tutti quelli che non sono miei amici.