
Fabio Girolami è un giovane appassionato di giochi di ruolo. Gira la Versilia con il suo 'Carrettino dei gelati' immaginando scaltri ladri, buffe creature e possenti minotauri intrappolati in mondi sotterranei tra un cono alla crema e una coppetta al cioccolato. Dalla sua mente alla carta stampata vediamo com'è stato il salto.
Tu hai scritto racconti, canzoni, poesie: come ti sei approcciato alla forma-romanzo?
Da sempre scrivo, passione tramandata sicuramente da mia nonna...che divorava libri su libri giorni su giorni, la vedevo su quella poltroncina e finiva un libro al giorno e mi dicevo ma come farà? Ho iniziato anch'io, non con la sua velocità, però ho iniziato a leggere e da lì in poi è stato amore. Ho capito cosa significa la lettura, la bellezza che c'è nel gustarsi pagina per pagina, lo spettacolo che avviene quando una pagina ti rapisce al tal punto da non essere più in una stanza ma lì assieme al protagonista, è stata una droga cosi potente che mi ha dato il la per cominciare a scrivere racconti, per cercare di essere io quello che trasportava qualcuno scrivendo... alla fine è arrivato il primo libro.
Perché la scelta del genere Fantasy?
Il Fantasy mi piace da sempre. La fantasia aiuta a vivere, è ossigeno per me...la fantasia ha fatto nascere leggende in tempi remoti, quando non avendo televisione si raccontavano storie. La fantasia è stata ed è un dono meraviglioso, e ci vuole.
Com'è il panorama del genere in Italia? Hai guardato ad autori italiani?
Non sono molto informato in merito ma leggendo recensioni in giro vedo sempre i soliti nomi noti ma leggo anche che dalla critica non sono molto apprezzati. Onestamente non ho mai letto un libro fantasy di autori italiani (sembra strano ma è così), l'unico - ma non è il mio genere o perlomeno non il mio stile - è Multiversum di Leonardo Patrigani, mio amico, che ho letto tra l'altro recentemente.
Quanto i giochi di ruolo sono stati possibilità e quanto limite nella scrittura?
I role-playing game (io sono un appassionato di D&D) danno una grande possibilità di scrittura, se, come nel caso di D&D, le avventure uno se le scrive da solo (come faccio io). Scrivo storie dall'età di 12 anni forse prima, da quando vedevo i miei amici che emozionati volevano che scrivessi e continuassi le storie così che loro potessero giocare e fantasticare, anche 6- 7 ore di fila. A volte quello che avevo scritto non bastava e me lo inventavo. E' stato bellissimo e tra l'altro ogni lunedì per un paio di ore ci troviamo tutt'ora.
C'è un intento preciso dietro la storia de L'ombelico del male oppure lasci alla narrazione unicamente la sua funzione di intrattenimento?
Nel libro ci sono molte chiavi di lettura. Punzecchio la società, le persone, le regole... è molto attuale se vogliamo, pur essendo un fantasy. Ma non è il mio scopo principale, lo scopo principale è che uno legga e si perda nelle pagine, che le divori, che non stacchi più gli occhi dai fogli, che si appassioni e che il libro trasmetta la sensazione di essere sotto terra con il protagonista..... Nella mia testa avevo ben chiaro come fosse L'ombelico del male e non era il parco dei fiori ma.. L'ombelico del male! :) Spero sia riuscito a trasmettere la mia idea nel libro.
Cosa ti aspetti da questa avventura?
Ti posso dire cosa non mi aspetto: soldi e fama. Non lo dico per fare il modesto e tenere un profilo basso perchè fa “figo”.... è semplicemente la verità. Ho fatto un CD musicale anni fa, ho cercato in tutte le maniere di farlo ascoltare e di sfondare, andando anche in programmi tv e talent quindi sono uno deciso che se dice di provare, prova fino in fondo senza tenere un profilo basso! Con il libro è diverso. Un mio amico mi ha detto. "Ma per te è meglio scrivere a casa... o firmare dediche sul libro?" anni fa avrei detto firmare libri. Ma quando questo amico mi pose la domanda mi resi conto sorridendo che scrivere è la cosa più bella, scrivere è come vivere altre vite, ogni personaggio dentro di te prende forma ed è bellissimo. Mi aspetto solo che qualche persona mi segua così che possa divertirmi a scrivere ancora.
Quanto hai messo di te e del tuo vissuto tra le pagine di questo libro?
Di me tanto, del vissuto un po’ meno. Il mio carattere è il libro stesso. Ci sono particolari figurati, che magari sono situazioni o sentimenti nascosti dentro me, che io parafraso trasformandoli in storie, o vicende... oppure ci sono mie caratteristiche che in generale calzano un po’ per tutti. Siamo tutti un po’ massacratori (cattivi e arrabbiati ) un po’ Workil...che non si dà mai per vinto ed è sempre ad un bivio con la vita, un po’ Sbrilla che illumina il prossimo con i suoi consigli o altro, un po’ Astral che insegna e che riflette, quasi come un’ amicizia che muore, di cui restano gli insegnamenti. Un po’ Morgot, ovvero la pazzia e la ribellione che più o meno albergano in tutti noi.
I libri di Fabio Girolami