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Intervista a Gianluca Morozzi

Gianluca Morozzi
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Ultrà (senziente) del Bologna, chitarrista degli Street Legal, vive circondato di fumetti Marvel e DC e giura eterno amore per l'Hulk di Peter David. Ci ha letteralmente travolto con il suo simpaticissimo accento bolognese parlando di musica, di libri, di calcio: delle cose più belle del mondo tranne due, insomma. Come? Quali sono le due restanti? Beh, una sono i tortellini, diciamo.

Com'è nata l'idea di Colui che gli dei vogliono distruggere?
Non ci crederai ma (lo giuro sui miei parenti più stretti e sulla mia collezione di fumetti) è nata nei bagni dello stadio Dall’Ara nell’intervallo di un gelido Bologna-Cagliari in notturna. Al momento del gol di Bellucci, avevo già in mente tutta l’idea del supereroe e della doppia vicenda... è meglio non interrogarsi troppo sul perché.


Leviatan mi ricorda il protagonista di una serie televisiva degli anni 80, Ralphsupermaxieroe, supereroe suo malgrado sempre a disagio con i superpoteri senza libretto di istruzioni per utilizzarle al meglio... E' stato tra le fonti d'ispirazione?
Ah ah, non ci avevo pensato... io avevo più in mente Supreme o Tom Strong!


Potendo sceglierti un superpotere, per quale opteresti?
Telepatia. Molto utile con le ragazze.


Chi sono oggi i supereroi?
Gli scrittori senza un soldo che riescono ad andare ai concerti comunque. Hanno il potere di creare soldi per i biglietti dal nulla.


Nel libro affronti fra i vari temi quello della creatività. Che rapporto hai tu con la creatività?
Ottimo. Non mi ha mai abbandonato, arriva quando vuole lei, ma arriva sempre... io la coccolo, la tengo buona...


I tuoi personaggi si muovono su vari piani temporali. Avendo a tiro la leva della macchina del tempo la sposteresti in avanti o indietro?
Indietro, indietro. Ed entro nei Beatles, alla grande. Tanto le canzoni le so già.

 

Insomma cosa ha di speciale l'Emilia, terra natale di tanti musicisti famosi? Francesco Guccini ha una teoria in proposito, mi pare...

Guccini sostiene che nelle famiglie contadine di solito si canta molto, e tutti noi veniamo da famiglie contadine... E' molto più credibile questa teoria che la mia sulle spore aliene mischiate al letame. Potrei tirare fuori anche la cultura delle balere, o dire che un giovane degli anni '60 con ambizioni musicali aveva più possibilità economiche (per comprarsi gli strumenti) e più tempo (per provare) in una regione ricca come l'Emilia rispetto a un suo coetaneo costretto a fare il bracciante... ma per tutto il libro ho giocato a fare l'ignorante e quello che non sa le cose, e non posso mica smentirmi così...

 

Davvero tutte le cose della vita si possono spiegare con il calcio, i fumetti e il rock?

Sì. I Nomadi sono come la Justice Society of America della Dc Comics. I Diaframma sono come il Bologna.

 

Quanto conta la musica nella tua vita e nella tua scrittura?

Molto, in entrambi i casi. Blackout è stato scritto con i Black Heart Procession, L'era del porco con Mark Lanegan... Le mie prodezze musicali? Be', ho fatto moltissime prove e pochissimi concerti. Ora conosco le macchinette delle bibite di tutte le sale prova di Bologna, ma non so chiedere i suoni giusti in spia. I Lookout Mama (la mia band più longeva) hanno avuto undici batteristi e hanno suonato dal vivo quindici volte. Ora che abbiamo da affrontare un minitour, abbiamo deciso di cambiare nome e chiamarci Lookout! Mama. Magari il punto esclamativo porta fortuna.

 

Quali sono i gruppi più interessanti della nuova scena rock emiliana? Personalmente ho un debole per i Mummudrai (scherzo)...

Uhm... posso dire Offlaga DiscoPax, Giardini di Mirò, Settlefish, Arabesque Trees, The Death of Anna Karina, Mersenne, Elymania, Cut...

 

In una tua intervista hai detto: “Per il futuro, entro due anni voglio conquistare il mondo. ps. In senso letterario. Ps2. Non sto scherzando”. A che punto sei con la tua personale conquista?
Un po’ in ritardo, ma come dice Bruce “so che è tardi, ma possiamo farcela se corriamo”. Il prossimo trittico di romanzi sarà una botta micidiale...


Ne L'Abisso Gabriele, il protagonista, elegge “Mellon Collie and the Infinite Sadness " miglior disco doppio della storia dei dischi doppi. Miglior copertina della storia delle copertine. Miglior video della storia dei video. Ammesso e non concesso che i tratti comuni con Gabriele siano soltanto lo scarso trasporto per gli studi di giurisprudenza e la passione per il Bologna, la tua classifica invece?
Tommy. Abbey Road. Sledgehammer. 

 

Un libro che avresti voluto scrivere, un pezzo che avresti voluto comporre, un gol che avresti voluto segnare...
Cent’anni di solitudine. Verranno a chiederti del nostro amore. Il gol di Bresciani al novantesimo in Bologna-Chievo del ’96.


Qual è il tuo metodo di scrittura? Sei metodico, hai tic, superstizioni, scrivi tutto d'un fiato...
Sono pomeridiano, dato che la mattina dormo e la sera esco. Non ho tic particolari. La scrittura a volte viene subito, a volte viene dopo, ma tanto viene sempre...


Nella prossima vita, Nobel per la letteratura, leggenda del rock o gol decisivo nell'ottavo scudetto del Bologna?
Rockstar! L’ottavo scudetto prima o poi ce lo daranno a tavolino quando si accorgeranno che c’è uno scudetto vacante nel ’29, e per il Nobel sono ancora in tempo...


Sei direttore della collana I libri di Belasco per la Eumeswil. Che aria creativa tira secondo quello che puoi vedere? E un talento futuro su cui puntare?

Buona, ci sono tante scritture interessanti che attendono di esplodere. Non potendo citare amici o scrittori della mia collana, ti dico Peppe Fiore.


Per concludere, ci dici qualcosa sull'esperimento fatto per Wired di assumere per una settimana il Ritalin e della conseguente stesura in 40 ore di un nuovo romanzo?
Me l’ha chiesto Wired e io ho accettato con una certa curiosità. E in effetti nel mio computer c’è la prima stesura di un romanzo chiamato Stanotte muoio, nato in 40 irripetibili ore...

 

I libri di Gianluca Morozzi