
Toscana doc, Ilaria Giannini, giornalista, si cimenta con il suo primo romanzo. E come potevamo noi di Mangialibri lasciar tranquilla una collega, per giunta sedicente 'mangiatrice di libri'? Impossibile, infatti.
Come esordio sulla lunga distanza del romanzo hai scelto di raccontare storie di sentimenti complessi, perchè?
Parlare d'amore mi ha dato modo di esplorare altri problemi, primo tra tutti quello della ricerca della propria identità. Tutti i miei personaggi infatti utilizzano l'amore per dare un senso alla propria vita e per costruire il proprio 'Io', per arrivare poi a scoprire che non è attraverso qualcun altro che si può trovare se stessi.
L'ambientazione è molto connotata geograficamente: che rapporto hai con la tua terra?
La Versilia è una terra meravigliosa, variegata, ricca di profumi e sensazioni, poco conosciuta nella sua vera essenza. Io volevo mostrare quella Versilia lontana dalla vita notturna, poco glamour, fatta di natura e di acqua. Sono molto legata alle mie origini e anche se non vivo più lì da diversi anni è l'unica realtà di cui mi sono sentita parte fino in fondo per cui è l'unica che mi sento in grado di raccontare.
Che iter conduci per costruire un personaggio? E per la storia?
Non seguo nessuna tecnica in particolare, di solito mi lascio guidare da una suggestione, da uno scampolo di idea, finchè non sento che dentro me è maturato qualcosa. A quel punto sono pronta per scrivere. Scrivere per me è una necessità, che siano poesie, racconti o semplicemente appunti e riflessioni: è un'attività naturale per me, ed è l'unica che non mi annoia mai, per questo ho scelto un mestiere come il giornalismo che mi permette di seguire la mia inclinazione.
C'è un momento della giornata che preferisci per buttar giù le idee?
Di solito la sera: i pensieri scorrono più fluidi e io sono più creativa, a quell'ora.
Quanti libri 'mangi' al mese?
Sono una lettrice onnivora, mangio almeno 5 libri al mese.
Il più indigesto? Il più gustoso?
E' raro che trovi un libro indigesto, perchè seleziono quello che leggo a priori e mi sbaglio difficilmente. Quelli che mi convincono poco li leggo a pezzettini in libreria, come La solitudine dei numeri primi di Giordano: dopo i primi due capitoli ho deciso che non faceva per me. Il più gustoso direi Metallo urlante di Evangelisti, che ho ritrovato durante un trasloco e mi sono riletta volentieri.
Definisciti con tre aggettivi...
Passionale, testarda, orgogliosa.
I libri di Ilaria Giannini