
Nata a Belgrado, vive tra Europa e Stati Uniti, con frequenti apparizioni in Italia, paese col quale conserva molti legami (si è persino laureata in Lettere Moderne all'Università di Milano). Scrittrice, giornalista, traduttrice, autrice teatrale e regista, è una appassionata militante politica e fa parte delle associazioni femministe per la pace "Donne in Nero" e "Code Pink" e una delle blogger più famose del mondo. Dopo la separazione dal poeta serbo Raša Livada, dal quale ha avuto una figlia, ha sposato il profeta del cyberpunk Bruce Sterling.
Il processo agli Scorpioni è stato o dovrebbe essere stato anche un processo alla Serbia?
Più che alla Serbia, direi che dovrebbe essere un processo al regime serbo, ai militari e politici serbi che davano gli ordini, e che tuttora sono al potere impuniti. La bonifica delle corti, della polizia, della polizia segreta, dell'esercito, non è mai stata fatta in Serbia, al contrario. Grazie al governo nazionalista di Kostunica, che insiste sulla continuità anche con il passato criminale, nel nome della nazione serba fino al Kosovo, tutto il popolo serbo è reso ostaggio di una politica totalitaria. Per questo dico, non alla Serbia, perché in Serbia vive oggi gente che non è responsabile né colpevole di crimini di guerra, ma sono resi di fatto complici o vittime.
È sempre chiaro chi sono i buoni e chi sono i cattivi in questa brutta storia? O questo è un discorso che fa comodo solo ai colpevoli perché confonde le acque?
A livello giuridico non ci sono dubbi. A livello umano pure: se hai ammazzato un civile, un minorenne, pur eseguendo gli ordini, pur non sapendo niente della Convenzione di Ginevra, sei colpevole. Lo sanno gli stessi Scorpioni, quanto le madri delle vittime. Ma a livello filosofico politico o letterario succedono strane cose. Gli assassini credono di aver fatto bene perché gli altri erano musulmani, le madri preferiscono vedere le facce degli assassini e raccogliere le ossa dei figli, se non vedere tutto coperto dal silenzio e buio. Ed io, da spettatrice scrittrice, vivo e descrivo tragedie umane, classiche e moderne che girano intorno al fatto che la guerra è stata fatta a mio nome, nella mia lingua materna con la gente che erano i miei vicini di casa: invece di distruggere, assassinare, eseguendo gli ordini, potevano costruire i ponti, per esempio.
Come spiegheresti a un italiano o a un francese, che non riesce a concepirlo, il concetto di guerra etnica? E come spieghi il fatto che anche la parte del popolo jugoslavo che se ne è sempre fregata (l'accenno che fai ai tuoi genitori è emblematico) l'abbia riscoperto così in fretta prima e durante la guerra?
Francesi e Italiani hanno avuto delle guerre etniche eccome, ma secoli fa. Direi quando il concetto etnico non esisteva nemmeno nei paesi come la Serbia o Croazia o Slovenia, per non menzionare la Macedonia o Kosovo, nazioni nuovissime. Come spiegare la storia che non fa necessariamente progressi, ma regredisce spesso e volentieri? Come hanno fatto i cosiddetti jugoslavi a diventare serbi ed altri... Secondo me si tratta di appartenenza al gruppo etnico compulsivo. I miei genitori, dopo avere scelto di essere jugoslavi hanno dovuto diventare serbi di nuovo, sono stati designati da altri così. Mia figlia per esempio, una bambina di guerra non ha mai avuto altra scelta se non essere serba. E come scrive spesso di etnicità ebrea Hannah Arendt: ci sono delle situazioni storiche e politiche dove essere ebrei, serbi ariani ecc., diventano le cause che fanno differenza di vita o di morte.
Perché sempre più spesso nella nostra società una cosa esiste solo se è su video, come il massacro da parte degli Scorpioni a Srebrenica?
Secondo me è una fortuna che esistano almeno sul video. I crimini di guerra una volta erano invisibili, tipo lo stupro. Faceva parte della guerra stessa. Adesso, con le nuove tecnologie e prese di coscienza, l'invisibile è impugnabile. Io ho vissuto la situazione paradossale di guardare in diretta in TV CNN la mia strada mentre ero bombardata. Cosa dirne, a parte che era una situazione psicologicamente estraniante? Posso dire anche che nessuno avrebbe potuto mentire dopo su quello che era successo. Cioè, che eravamo bombardati si, con gli obiettivi scelti anche molto precisamente. Quello che fa paura è che la gente PUR VEDENDO se ne frega, in Serbia, ma anche nel mondo intero. Un genocidio qua o là, cosa vuoi che sia oggigiorno.... più ne sappiamo più siamo indifferenti, forse perché ci rendiamo conto dell'impotenza dell'individuo.
Sei una blogger famosa. Quale importanza ha il Web per la politica e per la letteratura di questo nuovo millennio?
Internet ha cambiato la mia vita, e non solo la mia. Ha cambiato il mondo, la lingua e letteratura come conseguenza. La lingua che è la sostanza della letteratura corre rispetto ai libri e in un certo mondo li detta anche. Io personalmente sono molto contenta di questo cambiamento rivoluzionario e non tornerei mai indietro perché mi si addice: ancora prima che diventasse una cosa di massa io lo facevo come una cosa elitaria, oscura. Ho appena riletto un libro di Ivo Andric, un classico in cirillico. Ho goduto molto dell'esperienza, ma non nego il fatto che preferisco leggere i blog degli scrittori famosi piuttosto che i loro libri, spesso più noiosi dei loro blog. E mi sono chiesta, chi sa come sarebbe stato il blog di Ivo?
Che senso ha parlare di femminismo militante oggi? È una lotta che va riscoperta o mandata in pensione?
Parlare del postfeminismo oggi oltre ad essere assurdo e blasè e stupido e controproducente. Femministe non si nasce, si diventa. Io ero privilegiata in tutti i sensi, eppure ho sentito la discriminazione sulla mia pelle. Magari mia figlia non diventerà mai femminista, perché lei non ha la minima voglia di essere una militante. Purtroppo noto già i primi segni della presa di coscienza della discriminazione. Quindi, più che militante, la sua risposta sarà difensiva, che poi viene chiamata militante dato che purtroppo molte donne non reagiscono alla discriminazione.
I libri di Jasmina Tešanovic