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Intervista a Joanna Trollope

Joanna Trollope
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Quante volte nella vita ci sarete chiesti: Chissà com'è l'accento del Gloucestershire? Beh, io ora lo so. Scherzi a parte, è stato davvero piacevole fare due chiacchiere con questa garbatissima signora assolutamente inglese che domina il mercato editoriale Romance internazionale ma ha la disponibilità e l'umiltà della scrittrice esordiente: ecco quello che ci siamo detti.

Qual è il segreto per scrivere romanzi sempre diversi sul tema dell'amore? Quante facce ha l'amore?

Certamente l'amore ha innumerevoli forme. Ma io non scrivo solo di amore, scrivo di relazioni tra esseri umani: relazioni che sono tante, diverse e complesse.

 

Come donna ti troveresti più a suo agio - tra i personaggi del tuo romanzo Un'amante da sposare - nei panni della moglie Lorna o dell'amante Merrion? E come ti comporteresti, in entrambi i casi?

Come scrittrice, devo immedesimarmi e credere in tutti e due i personaggi. Come donna certo mi sento più vicina a Merrion, anche perché Lorna ha questa abitudine di legare a sé gli altri facendoli sentire in colpa. Questo mi allontana da lei, perché in generale disprezzo l'autocommiserazione come modo di porsi. Da giovane almeno pensavo sempre che avrei impostato ogni relazione sul piano della verità: ora che non sono più giovane mi domando se sono riuscita a farlo.

 

Come scrittrice cosa hai trovato di particolarmente stimolante in una storia di relazioni extraconiugali?

Quello che mi interessava davvero era sovvertire un antico cliché, guardare all'eterno triangolo uomo-moglie-amante dal punto di vista di un uomo, di un brav'uomo. Di solito tendiamo a simpatizzare istintivamente con la moglie tradita, ma così facendo trascuriamo di approfondire le singole personalità, e io invece per una volta ho voluto proprio fare questo.

 

In Italia in questo periodo si parla molto della crisi dell'istituzione del matrimonio e di come sta cambiando il modello di famiglia. Qual è la tua opinione in merito?

Il mio punto di viata è che il matrimonio come istituto non stia vivendo un periodo di crisi, ma di transizione: un cambiamento profondo del resto era inevitabile dopo l'avvento della parità tra uomo e donna. Ma questa non è una prospettiva che deve spaventarci. Piuttosto interessarci.

 

Cosa ha portato il tuo essere inglese al modo in cui scrivi? Esiste una 'via inglese' al genere romance?

Eccezion facendo per l'abitudine tutta inglese (e quindi anche mia) di essere reticenti sulle proprie emozioni, la risposta è no. Certo, l'ambientazione del mio romanzo è inglese, e così tanti particolari della storia che racconto, ma le emozioni delle quali parlo sono universali. Il mio scopo quando scrivo è appunto parlare un linguaggio universale, che tocchi il cuore di ognuno al di là dei confini geografici e culturali.

 

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