
Karin Slaughter ‒ originaria della Georgia ma ormai stabilita ad Atlanta da un bel po’ ‒ è una delle scrittrici più seguite e vendute al mondo. Pubblicate in 36 lingue e con più di 35 milioni di copie vendute fino a oggi (con un trend per giunta in crescita!) le sue saghe thriller-noir Grant County e Will Trent appassionano legioni di fan che la aspettano con ansia ad ogni presentazione o festival letterario per un selfie o una copia firmata. È proprio in occasione del suo ultimo tour promozionale italiano che abbiamo il piacere di incontrarla.
In una intervista di qualche tempo fa, hai dichiarato che quando saresti venuta in Italia avresti mangiato un sacco di pasta e parlato di politica. La tua ricetta preferita (ovviamente italiana e ovviamente di pasta)? E di politica che ci dici?
Credo di aver apprezzato il gelato, in particolar modo! Tornando alle cose più di attualità, al momento c’è un grande fermento per la situazione americana, in particolar modo per la condizione delle donne. Erano stati fatti passi avanti, ma ora stiamo retrocedendo, però credo nella democrazia statunitense, prima o poi si arriverà alla parità.
Secondo te perché il thriller è uno dei generi più amati e letti?
Non saprei dirlo con certezza, ma credo che ognuno di noi abbia una certa dose di curiosità che lo spinge a leggere storie come queste. Da una parte ci immedesimiamo, ma dall’altra possiamo dire che questi fatti non ci accadranno mai.
L’uscita di un libro presuppone lunghi tour di presentazioni e promozione, una cosa che ti pesa o ti piace? E nel caso qual è l’aspetto che più ti piace della promozione?
È vero, la promozione di ogni romanzo richiede sempre un grande impegno per i tour e le trasferte, però è anche il bello di questo lavoro, conciliare il momento in cui l’autore è isolato e immerso nella scrittura e l’incontro con i fan. Ad esempio, nel mio ultimo tour in Europa, ho sentito molto calore da parte dei lettori, anche in Italia. Nel resto del tempo cerco di essere vicina comunque ai lettori: soprattutto con Facebook, è un modo per rimanere sempre a contatto con loro.
Ami di più (o ti viene più facile scriverne) la serie di Grant County o quella di Trent?
Non c’è una serie o un romanzo che scrivo con maggiore facilità. Forse sono affezionata al personaggio di Sara Linton perché è un personaggio femminile atipico, ma per il processo di scrittura non ci sono differenze. Spesso ci sono dei passaggi che richiedono più lavoro… ma è il bello della mia professione!