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Intervista a Lorenza di Sepio

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Quando sai di doverla incontrare, con lo sguardo cerchi un pupazzetto un po’ tozzo e assai buffo: ti immagini Madama, il suo alter ego fumettato, e invece ti ritrovi una giovane autrice che, instancabile e sorridente, dedica i suoi volumi ai fan in fila per un autografo. Sempre gentile, visibilmente emozionata e appassionata, si presenta, chiacchiera, scarabocchia. Detta fuori dai denti, in un mondo di autori che fanno a gara ad apparire forzatamente originali o arditi, Lorenza di Sepio, autrice delle strisce di Simple & Madama, mi ha trasmesso una sensazione di placida tranquillità e riconoscenza, che ho deciso, credo a ragione, di interpretare come professionalità.



Cominciamo dall’inizio: com’è nata l’idea di una serie di strisce sulla coppia? E quali passi ti hanno portata a presentare Simple & Madama al grande pubblico?
Le strisce di Simple & Madama nascono dal mio privato. Ho disegnato le primissime vignette ispirata da alcune vicende e gaffe che mi erano capitate, col solo scopo di riderne con le persone che ho accanto. E in realtà, di presentarsi al grande pubblico, lo hanno deciso gli altri! Avevo caricato qualche pillola sul mio blog e da lì son state "rubate" e caricate sui social network... dove ho assistito da esterna al loro successo. Così ho deciso di creare un blog e una fanpage ad hoc per continuare a farne, non solo su di me, ma sugli argomenti più disparati, sempre usando come punto d'unione quei personaggi e la coppia. In pratica, hanno fatto tutto da soli! (o quasi).

Le vicende che racconti urlano che vivere in coppia può essere divertente, spesso proprio grazie ai conflitti... dov'è che Simple proprio non arriva? E a cosa Madama non rinuncerebbe mai pur sapendo di sbagliare?
Questa è una domanda complicata, non voglio scadere in banalità o luoghi comuni più di quanto non faccia già! Il messaggio di Simple & Madama è l’idea che ho della vita e della vita di coppia. Sarà semplicistico, ma sono convintissima che non è essenziale fare o dire cose particolari per stare bene con chi abbiamo scelto di avere accanto. Non è necessario strafare, a volte può essere divertente o speciale anche passare una serata sul divano, o una domenica al parco, purché insieme e felici di esserlo. Il limite di questi personaggi credo sia anche un po’ il limite di tutti noi: la nostra natura. Per quanto Simple, o gli uomini in generale, possano sforzarsi, non arriveranno mai a capire certe meccaniche femminili. Anche perché, spesso, non le capiamo nemmeno noi! E la stessa cosa vale per Madama e le donne: spesso ci lasciamo accecare dalla fissazione del momento investendo con lo stress il nostro partner. Ma è proprio questo che, secondo me, dà equilibrio e rende tutto più divertente. Simple e Madama, quindi, non sono altro che uno specchio in cui rifletto la mia visione del lui, lei, noi.

Hai mai avuto paura che le avventure di Simple & Madama potessero essere accusate di alimentare stereotipi di genere? E quanto è importante l’ironia per stemperare quest’aspetto, tanto consapevolmente antiquato quanto divertente?
Non l’ho mai temuto. Non mi interessa. Come dico sempre, negare è il primo sintomo. Faccio storie per divertire, non per inasprire gli animi! Chi non è interessato, non mi segue e non mi legge. E per fortuna l’ambiente creatosi attorno al progetto è davvero fantastico! Una vera e propria community di persone simili, con tante cose in comune, soprattutto la spensieratezza e la totale assenza di volgarità. Sono prerogative necessarie, assieme all’ironia, per poter realizzare le mie strisce, ma anche per poterle apprezzare.

Quali sono le difficoltà e/o i vantaggi di trasformare episodi di poche vignette in una storia narrativamente più complessa?
Per me è stato abbastanza complicato, più che altro perché non ho grandi esperienze nell’ambito dei fumetti. Né competenze particolari. Mi piace sintetizzare in pillole o freddure, le trovo più immediate. E poi vedere che le storie funzionavano così non mi spronava a cambiare. C’è voluto l’intervento della Magic Press per portarmi a tavolino e studiare un buon compromesso. Alla fine abbiamo trovato il giusto equilibrio tra i vantaggi di una narrazione continua, che porta i lettori ad appassionarsi di più alla storia e al seguito, e una spezzata in pillole, per alleggerirne la lettura.

Il successo è iniziato sul web e ora sei affiancata da una casa editrice: tre lati positivi dell’ambiente fumettistico e tre a cui fai difficoltà ad adattarti?
Il vantaggio più grande è fare il lavoro che amo. Non ha prezzo e fa sopportare qualsiasi peso o sforzo. C’è poi il vantaggio di lavorare a casa, come freelance, organizzandomi quindi le ore lavorative e le pause come più mi è comodo. E poi c’è, da non sottovalutare, la crescita con il confronto. Questo è un ambiente di relazioni continue tra autori. Fiere, incontri, laboratori... ognuna è un’occasione per rapportarsi a tecniche o stili differenti. Le difficoltà non sono altro che il rovescio di queste medaglie: nel fare del proprio hobby un lavoro si corre il rischio di perdere la passione. Quando subentra la fatica e lo stress, cala il piacere di creare. Lo stesso per il lavorare a casa. Può risultare comodo (soprattutto per i pigri come me) ma poi nelle fasi di lavoro intenso ci si ritrova ad abbrutirsi in pigiama per la maggior parte del tempo, senza vedere anima viva finché non si finisce!

Dai tuoi disegni è facile intuire una certa familiarità con l’animazione, che però ha un linguaggio sequenziale molto diverso dal fumetto... quale dei due mezzi preferisci e perché?
L’animazione, ma probabilmente solo perché la conosco meglio. Sono ormai quasi dieci anni che lavoro in questo campo, al contrario del fumetto nel quale non mi ci sento nemmeno ancora dentro. L’unico problema dell’animazione è la tempistica. Richiede un grande sforzo per la realizzazione, ancor più intenso di quello per un volume. Se pensiamo che per un solo secondo di animazione ci vogliono almeno una dozzina di disegni... veniamo scoraggiati rispetto al numero di pagine di un volume! Però entrambi ripagano con una soddisfazione indescrivibile.

Lavori direttamente in digitale? Che strumenti consiglieresti di usare a un principiante?
Sì, lavoro direttamente in digitale. Quando ho iniziato, con le prime strisce partivo da una bozza cartacea, scansionandola per poi “ripulirla” e colorarla al pc, ma ormai lavoro talmente tanto col digitale che ho tagliato via la parte di progettazione su carta, iniziando direttamente da uno schermo bianco. Comunque, consiglio sempre di mantenere un contatto con la manualità, destrezza con carta, pennelli e pennarelli, perché una tecnica non esclude l’altra. Anzi. Anche se il digitale, con la sua versatilità e praticità, è oggettivamente molto allettante.

Le opere e gli artisti che hanno incontrato il successo anche grazie ai social network (S & M, Zerocalcare, Sio, Jenus) hanno avvicinato al fumetto anche persone che non lo avevano mai letto. Tieni conto di questo aspetto quando realizzi una striscia o una storia?
Non so cosa sia successo per gli altri autori, ma nel mio caso questo fattore è stato sia causa che conseguenza. Io stessa non sono una divoratrice di fumetti: mi piacciono i cult, i grandi classici, ma non sono affatto aggiornata o esperta del settore. Credo che questo influisca anche nel mio modo di comunicare, più semplice e vicino a chi di fumetti non ne legge. Quindi no, direi che non tengo conto di questo aspetto... mi viene piuttosto naturale.

Quali sono le tue opere must have?
Come ti ho detto leggo pochissimi fumetti: sono cresciuta più a suon di cartoni animati giapponesi e classici Disney. Nella mia libreria ho qualche volume di Frank Miller, Paco Roca, Ortolani, Gud, Guy Delisle e Guarnido. Oltre a qualche manga come Ken il guerriero, Devilman e i Cavalieri dello Zodiaco. Sono generi molto diversi dal mio e non credo mi abbiano influenzato direttamente. Magari ho elaborato in modo inconsapevole, nel corso degli anni, un buon mix tra tutto ciò che ho visto e incontrato nella mia crescita.

Come autrice hai in cantiere altri progetti?
Non ho ambizioni particolari, anzi. Quello che sto ottenendo, per me, è già tantissimo e non voglio sprecarlo dividendomi tra tanti progetti. Preferisco fare poco, ma fatto bene... quindi per il momento, oltre al mio lavoro di sempre, porterò avanti i volumi di Simple & Madama.

I FUMETTI DI LORENZA DI SEPIO