
Luca è un personaggio eclettico, ha iniziato a suonare il pianoforte a 4 anni, il suo debutto un concerto jazz è arrivato a 13. Firma il suo primo jingle pubblicitario a 15 anni - ne seguiranno oltre trecento. Durante la leva si ferisce in modo serio ad una mano tanto da doversi allontanare dal pianoforte, è così che scopre il canto e nel giro di poco tempo inizia ad eleborare un personalissimo modo di insegnarlo. Da allora è a fianco dei più grossi nomi della musica internazionale. Da poco il suo metodo è raccolto in un libro: tanto è bastato a farcelo incontrare.
Perché questo Vocal Classes®, perché proprio ora?
Il libro ha una forte componente autobiografica, ma porta con sé oltre venticinque anni di studio e lavoro. Questo era un progetto già pronto da tempo, ma l’esperienza televisiva mi ha impegnato molto nell’ultimo periodo ed era rimasto indietro. Poi è arrivato il momento giusto e il rallentamento dovuto agli impegni televisivi si è tradotto in ulteriore materiale che ho potuto inserire e che andato ad arricchire il testo. Volevo fare chiarezza su alcuni punti importanti sul canto, sulla musica, sul talento e dare dei dati concreti creando maggiore possibilità di comprensione. Spero di aver fatto qualcosa su cui poter ragionare.
Per scrivere sei dovuto tornare indietro alla tua infanzia, rileggendoti rifaresti le stesse cose?
Tornassi indietro rifarei esattamente e stesse cose, ho avuto dei genitori che mi hanno ‘sorvegliato da lontano’ senza contaminare le mie scelte, il mio percorso. E lo hanno fatto con grande sacrificio, vengo da una famiglia umile che ha dovuto fare molti sacrifici per mantenermi agli studi, e mi hanno così consentito una grande libertà di sperimentazione - il che è molto importante.
Tu parli di talento, ma cos'è il talento?
Ci sono molte correnti di pensiero che intendono in modi differenti la parola talento: può essere capacità di concentrazione per sviluppare l’intelligenza. Il talento nasce con l’essere, non è un punto di arrivo del successo. In tante scuole d’arte è la chiave di accesso per il mondo dello studio e dell’esperienza artistica. Il talento è la possibilità di capire la tecnica.
In trasmissione eri un po’ una mosca bianca…
Nelle situazioni televisive ci deve essere qualcuno che dia un punto di vista differente, più vicino alla realtà dell’arte e non del commercio. Quando si vuole un prodotto, quel prodotto prima di tutto deve essere costruito: il pericolo è che non si capisca il vero significato della musica, del canto, senza il quale non si va da nessuna parte.
Il successo: arrivo o partenza?
Purtroppo spesso si dimenticano certe frasi e si considera il successo come un punto di arrivo: Maria De Filippi lo diceva spesso, il successo deve essere la partenza. È sbagliato fare come chi incoraggia i ragazzi a tutti i costi, non bisogna illuderli. Occorre abbassare la testa e andare avanti studiare molto dopo il successo. Ragazzi così ce ne sono tanti tra i miei allievi, Alex Baroni era uno di quelli, lavorava, studiava sempre.
E i talent show?
I talent show dovrebbero fare questo, ma all’interno delle trasmissioni arrivano persone che spesso distolgono l’attenzione del pubblico portandola verso i loro personali interessi, come se il pubblico non avesse capacità di intendere e volere.
Che ruolo può avere Internet in tutto questo?
Internet ha già cambiato molto le cose sia in bene che in male, in bene ha creato un grande metro di confronto, è una macchina che può far crescere tanto, parlare con l’altra parte del mondo in tempo reale sembrava impossibile fino solo poco tempo fa.