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Intervista a Marco Di Grazia

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A “Lucca collezionando” 2023 abbiamo avvicinato Marco Di Grazia, giovane autore lucchese che cura la riedizione a colori per la “Gazzetta dello Sport” delle storie dei Lupi dell’Ontario, nella collana de Il Comandante Mark. Ci siamo fatti raccontare quali sono state le difficoltà che ha dovuto superare, per poter lavorare a livello professionale e come si svolge la sua giornata di colorista per la “GFB Fumetti” di Gianni Bono, casa editrice da anni impegnata nelle ristampe delle opere della Sergio Bonelli.



Da dove nasce la tua passione per il fumetto?
Ho ereditato la passione per il fumetto da mio padre, instancabile lettore e collezionista della serie di Tex. Dopo essermi avvicinato da giovanissimo ai comics della Marvel e della DC, è stato proprio attraverso l’esempio di mio padre che ho imparato ad apprezzare a pieno anche l’universo Bonelli. Ma il primo importante approccio con il mondo del fumetto l’ho avuto partecipando a “Lucca Comics”, fin da quando la manifestazione era ancora raccolta al Palazzetto dello Sport di Lucca. Finite le scuole superiori, mi sono iscritto a Giurisprudenza ma sentivo che quella non era la mia strada; durante le lezioni mi portavo sempre appresso un bloc notes, dove invece di prendere gli appunti facevo degli schizzi.

In quale contesto hai mosso i primi passi?
“Lucca Comics” ha avuto un ruolo centrale anche per il mio esordio, avvenuto allo “Show case” dove in qualità di organizzatore facevo disegnare in presenza al pubblico autori importanti. Ma il trampolino di lancio è stata l’Area professional, dove i miei lavori sono stati selezionati dall’editrice Cagliostro. Subito ho rivelato un’anima da copertinista: mi sento molto più a mio agio con la pittura rispetto alla china, così mi sono state affidate le copertine delle serie “Sette sigilli” e “Monster punk” e i risultati sono stati fin da subito assai incoraggianti.

E in seguito come sei riuscito a farti notare dall’editore Gianni Bono?
Dopo le prime esperienze, ho avuto modo di lavorare per uno studio di grafica a Roma in contatto con la ”GFB Fumetti”, l’azienda di Gianni Bono che si occupa della colorazione di varie collane storiche bonelliane per la “Gazzetta dello Sport”. Sono stato selezionato dopo un lungo periodo di “trattative” e mi è stata subito affidata la ristampa degli albi de Il Comandante Mark, una versione colorata e su ottima carta delle storie uscite negli anni Sessanta, su cui continuo tutt’oggi a lavorare. A un certo punto ho ricevuto anche la commissione per la collana di Mister No, sempre per la colorazione delle storie classiche.

A cosa alludi quando parli di un lungo periodo di “trattative”?
Farsi notare nel mondo del fumetto, come in qualsiasi altro settore creativo, non è affatto facile. Ho imparato molto dall’esempio di Simone Bianchi, disegnatore lucchese da anni approdato alla Marvel. Convinto delle sue doti, Simone è andato negli Stati Uniti e ha iniziato ogni giorno a bussare alla porta della maggiore casa editrice di fumetti del mondo: puntualmente gli venivano fatti notare errori e ingenuità, che lui correggeva per riportare il suo lavoro migliorato il giorno successivo. Insistendo alla fine è stato preso in considerazione. Io ho adottato la stessa strategia: ho bussato con costanza alla porta dell’azienda di Gianni Bono, fino a quando le mie doti sono state riconosciute.

Come si colorano oggi i fumetti?
Ormai i colori e i pennelli sono stati messi definitivamente nel cassetto; in realtà la mia prima copertina per la Cagliostro l’ho realizzata in modo tradizionale, ma poi ho dovuto subito piegarmi al digitale. Si usa Photoshop, come tutti sanno strumento complessissimo che all’inizio non conoscevo affatto. Tutt’ora continuamente scopro nuove funzioni, le potenzialità del programma per chi lo usa in modo professionale sembrano illimitate. Mi servo di una Cintiq Wacom munita di una penna touch, una sorta di tablet che si presta al disegno e alla colorazione.

Come organizzi la tua giornata?
Sono un libero professionista che ha la fortuna di lavorare da casa, quindi sapersi organizzare per me è importantissimo. Gli editori pretendono il rispetto assoluto dei tempi di consegna da parte dei loro collaboratori, questo cerco di non dimenticarlo mai. La mattina mi alzo e mi dedico completamente al mio lavoro. A volte prendo anche commissioni per altre case editrici oltre alla “GFB Fumetti”, ma sempre in base ai miei tempi di lavoro. Trovarsi incapace di consegnare il materiale richiesto sarebbe lo sbaglio più grave che potrei commettere. Tra i vari aspetti che devo considerare, c’è anche il bisogno di calcolare dei tempi morti per inserirvi all’occorrenza commissioni extra, che possono sempre manifestarsi. Ma vi ripeto: conosco bene i miei limiti e so quando dire basta.

Considerando che la tua carriera è iniziata a Lucca Comics, quale rapporto conservi con le manifestazioni fumettistiche?
Muovermi per partecipare alle fiere mi ha sempre entusiasmato. Non dimenticherò mai quando ebbi la possibilità di aprire il mio primo stand a “Lucca Comics”. Ho fatto la mia comparsa anche a “Romix” e a “Parma comics”, ma sono solo due nomi tra i vari che potrei citare. Purtroppo negli ultimi anni, a causa dei gravosi impegni di lavoro, ho dovuto rinunciare a queste importanti occasioni, limitandomi solo alle manifestazioni della mia città. Anche quando partecipo a “Lucca Comics” o a “Lucca Collezionando” mi porto appresso il lavoro, per non rischiare di ritardare con le consegne.

Cosa pensi del personaggio del Comandante Mark?
Le sue storie sono ambientate nella seconda metà del XVIII secolo, durante la Rivoluzione americana. Mark, una reinterpretazione di David Crockett, ha una fidanzata molto gelosa di nome Betty, che lo attende fedelmente al ritorno dalle sue avventure e si impegna ad accoglierlo nel migliore dei modi. Oggi, probabilmente, un personaggio come Betty per la remissività nei confronti del suo uomo, potrebbe essere considerata offensiva per il gentil sesso. Mark è il tipico eroe bonelliano degli anni che hanno preceduto la rivoluzione portata da Giancarlo Berardi con Ken Parker e da Tiziano Sclavi con Dylan Dog. A differenza di Ken e di Dylan, il capo dei Lupi dell’Ontario non ha debolezze, malgrado le difficoltà che incontrerà lungo il suo cammino, è certo che alla resa dei conti sarà sempre lui a vincere.

Quali sono i caratteri essenziali della serie?
Ideata nel 1966 dalla EsseGesse (sigla del trio di autori costituito da Pietro Sartoris, Dario Guzzon e Giovanni Sinchetto), la collana de Il Comandante Mark edita dall’Araldo è sopravvissuta uscendo in edicola ininterrottamente fino al 1990. È caratterizzata da storie essenzialmente serie con imprese da portare a compimento, strutturata su un modello narrativo ripetitivo che però a mio avviso diverte il lettore, e non mancano – e questo è uno dei maggiori punti di forza – le scene esilaranti ad alleggerire le vicende grazie a personaggi comici, tra i quali il cane Flock che riceve continuamente i rimproveri di Gufo Triste. Alla base ci sono indubbiamente i canoni della saga hollywoodiana, che tende di frequente a rinnovarsi spingendosi verso altri generi, come per l’appunto il comico o a volte il racconto del mistero.

E a livello grafico?
Da quest’altro punto di vista devo dire che è presente una cura per i particolari che nei fumetti del passato, per ragioni legate ai tempi editoriali e agli autori assai meno numerosi rispetto a oggi, era spesso assente. Tra i dettagli storici, le più curate sono sicuramente le uniformi dei soldati inglesi – che la EsseGesse, a mio avviso, al tempo volle rappresentare in modo troppo negativo. Quando devo iniziare una nuova colorazione, le prime tavole che controllo sono quelle con i soldati inglesi: se sono molti, so già che il lavoro per restituire i dettagli delle loro uniformi sarà non poco gravoso.

Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?
Vorrei arrivare a colorare le storie di Zagor e di Tex, come vi ho detto quest’ultimo è l’eroe di mio padre e sarei felice di dedicare la mia opera proprio a lui nel caso arrivassi a lavorare sulla serie del Ranger del Texas. Questo nell’immediato futuro. In un futuro più lontano mi piacerebbe approdare alla Marvel, seguendo le orme di Simone Bianchi, ma so che è veramente un obiettivo arduo. Mi accontenterei di realizzare anche solo una copertina per i grandi supereroi.

I FUMETTI DI MARCO DI GRAZIA