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Intervista a Marco Travaglio

Marco Travaglio
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“Un terrorista mediatico di nome Travaglio” (Fabrizio Cicchitto); “Travaglio è un parassita mediatico” (Antonio Polito); “Non dici frasi, dici stronzate” e “Siamo un grande paese con un pezzo di merda come te” (Vittorio Sgarbi); “Travaglio infame” (Clemente Mimun); “Ci sono tre tratti che contraddistinguono il lavoro dello pseudogiornalista Travaglio da sempre: incompetenza, malafede e vigliaccheria” (Luca Sofri). “C’è un signore, Travaglio, che ho letto che è stato con i più grandi mafiosi in giro a destra e sinistra, dovrebbe tacere per quello che in pratica è” (Luciano Moggi). Non è simpatico a politici e giornalisti, ma è amato dalla gente. Non è un caso se prima di incontrarlo scavalliamo una fila di persone lunga un centinaio di metri.

Ti chiedo subito un esempio concreto di legge Ad Personam che ha raggiunto il suo obiettivo.
Se non fossero state approvate nel 2005 la legge ex-Ciriell e nel 2006 l’indulto (esteso al reato di corruzione) e se non fosse stato approvato o firmato il Lodo Alfano (per più di un anno è stata legge dello Stato una norma che diceva esattamente il contrario dell’articolo 3 della Costituzione, che nel frattempo ci si era dimenticati di abrogare), il 25 febbraio di quest’anno la Cassazione anziché stabilire che il reato che Mills ha commesso (cioè che è stato corrotto da Silvio Berlusconi in cambio di due false testimonianze) si è prescritto nel novembre del 2009, avrebbe stabilito che Mills ha commesso il reato (che quindi Berlusconi lo ha corrotto nel novembre del ’99 e che quindi sono entrambi colpevoli di corruzione in atti giudiziari) e avrebbe reso definitiva (per entrambi) la pena prevista dall’ultima sentenza di merito (4 anni e mezzo). Senza la legge ex Cirielli, dunque, il reato non sarebbe andato in prescrizione nel novembre del 2009 ma nel novembre del 2014 (visto che fino al 2005 la prescrizione per la corruzione in atti giudiziari arrivava a 15 anni, fu ridotta a 10 appositamente per quel processo). Nella Cirielli c’era anche la norma (tra l’altro suggerita da Riina nel famoso papiello) che stabiliva che dopo i 70 anni non era prevista la pena detentiva. Quindi anche dopo i 70 anni, con quella norma, Berlusconi non sarebbe nemmeno riuscito a strappare i domiciliari, senza l’indulto non avrebbe avuto lo sconto di un terzo della pena previsto per il reato di corruzione e senza il lodo Alfano non sarebbe stata stralciata la sua posizione rispetto a quella dell’avvocato Mills e quindi sarebbero stati processati insieme e insieme sarebbero arrivati il 25 febbraio di quest’anno in Cassazione. Quindi non è una boutade, a volte le leggi ad personam funzionano e cambiano la storia.

 

Negli anni di Tangentopoli abbiamo assistito ad una forte reazione dell’opinione pubblica, percepisci un risveglio della società civile anche adesso?
Stavolta non ce ne rendiamo conto perché Tangentopoli non è localizzata in un unico posto, Milano; eppure ogni giorno ci sono storie enormi che per gravità anche di pecunia doppiano Tangentopoli, ma che hanno la caratteristica di essere dislocate in varie zone d’Italia, per cui non ci si fa caso. Se avvenissero tutte in uno stesso posto, nello stesso momento, altro che Tangentopoli. E infatti Berlusconi ha tenuto a ribadire per l’ennesima volta che non è vero che siamo in una nuova Tangentopoli, lo ripete talmente di sovente da dimostrare che siamo in una nuova Tangentopoli e lui ne è terrorizzato, se lo racconta come in un mantra: “non è Tangentopoli, non è Tangentopoli, non è Tangentopoli”, perché sa che è Tangentopoli. Il sistema è talmente marcio che i vermi si vedono a occhio nudo; è come quando in campagna si tira su un sasso e sotto scappano delle blatte, dei vermastri, è la stessa cosa. Ma sta cambiando il clima, loro lo sentono, sono nervosi, fanno cose che una volta non avrebbero nemmeno immaginato, scatenano ulteriore nervosismo, lo avvertono, si innervosiscono ulteriormente ed è diventato un circolo vizioso al termine del quale c’è quello che secondo me è il loro destino, che stanno cominciando ad annusare: negli anni settanta si diceva una risata vi seppellirà, ora si può dire una retata vi seppellirà.


Che cosa dobbiamo aspettarci nelle prossime settimane?
Noi dobbiamo prepararci con precisione alle prossime leggi ad personam. Non ci possiamo permettere la generalità. Anche perché non so quante riusciranno ancora a farne prima che salti il tappo (come ha detto Paolo Mieli), ma ci stanno provando; e dato che sono disperati e sanno che c’è un certo nervosismo anche tra i loro elettori, cambiano le parole alle leggi che fanno.  Il legittimo impedimento che hanno appena approvato, per esempio, non è “il” legittimo impedimento, ma  è:  “l, apostrofo”, illegittimo impedimento; perché il legittimo impedimento già c’è nel codice: quando uno ha un impedimento e il giudice ritiene sia legittimo, il processo viene rinviato. Il problema è che questi vogliono rinviare il processo anche quando non hanno l’impedimento o anche quando non è legittimo o anche quando non gli viene in mente un impedimento che sia da accampare come legittimo, perché li hanno già sperimentati tutti. Quando passerà il processo breve io penso che milioni di persone a furia di sentire che c’è il processo breve si feliciteranno fino a dire: “Ah, finalmente condannano quel delinquente che m’ha toccato il culo sull’autobus” o “Per fortuna condanneranno quello che m’ha scippato”; no, non sanno che quello che chiamano il processo breve è il processo morto. Il treno veloce è quello a cui, per farlo arrivare più in fretta, si cambiano il motore, la motrice, i vagoni e possibilmente anche le rotaie, dopo di che, arriva più veloce; se lasci la motrice uguale, il motore uguale, le rotaie uguali e i vagoni uguali e stabilisci per legge che il treno deve arrivare d’ora in poi in mezz’ora da Torino a Venezia, quello esplode per strada; non è il treno veloce, quindi, è il treno morto (con tutti i passeggeri); ma se lo chiami treno veloce la prima volta che lo prendi (e l’unica, perché poi esplodi) dici: “Finalmente prendo il treno veloce”.


Che cosa possiamo fare noi comuni cittadini per cercare di arginare questo sistema di auto-tutela della casta e per far in modo di contare veramente, al di là del dialogo (o presunto tale) tra centro-destra e centro-sinistra?
Quando dicono che bisogna restituire serenità alla politica e alla giustizia, che bisogna portare la pace dopo anni di guerra tra politica e giustizia e che ci vuole un dialogo tra centro-destra e centro-sinistra, vogliono l’immunità parlamentare. Perché vogliono il dialogo col centrosinistra? Intanto perché pure il centrosinistra è pieno di bisognosi di immunità parlamentare; Violante l’ha già detto, anzi, Violante ha detto una cosa ancora più preoccupante: “L’immunità sic et simpliciter non ve la diamo, se però è all’interno di una riforma complessiva della Costituzione, allora se ne può parlare”. Speriamo che non vinca la linea Violante, perché altrimenti una riforma costituzionale approvata da destra e sinistra per blindare questa classe dirigente marcia farebbe sì che non ce la leviamo più di torno nei secoli dei secoli. Il punto è che gli servono i voti del PD per raggiungere i due terzi del parlamento (non ce la farebbero con la sola UDC, che ovviamente è a disposizione), con i quali non ci sarebbe neppure bisogno del referendum confermativo popolare che non contiene quorum. Vogliono espropriarci della Costituzione, anche quella scritta, senza passare per il nostro voto. Bisogna quindi approfittare di ogni campagna elettorale, quando i politici verranno a chiedere i voti, per dire a questi signori: “Guardate, sappiatelo molto chiaramente, se scappa anche solo un voto vostro ad una qualunque controriforma costituzionale, di qualunque articolo della Costituzione, i nostri voti non li avrete mai più, né ora né per sempre”.


Ci sono dunque dei motivi di ottimismo per il futuro?
Il fatto stesso che questo governo abbia ancora bisogno di leggi ad personam è un motivo di enorme ottimismo. Cioè, dopo cinque anni ne han fatte un centinaio, per Berlusconi 37 (solo per quella personam), poi ci sono tutte le altre personas, e ne hanno ancora bisogno, non hanno ancora risolto i loro problemi; pensa dunque che problemi hanno se non riescono ancora a sentirsi in pace con se stessi. Dico ottimismo per due ragioni: la prima è che c’è ancora speranza che li prendano, perchè continuano a fare leggi ad-personam, quindi non sono al sicuro; la seconda è che se continuano ad avere paura della magistratura vuol dire che esistono ancora magistrati in grado di impensierirli e questo significa che la magistratura è una corporazione quasi eroica, perché va avanti nonostante da quindici anni il potere cerca di fargli capire che cosa devono fare per vivere tranquilli. E poi il vero motivo di ottimismo di questi 15-16 anni, è che Berlusconi e i suoi finti oppositori a furia di attentare alla Costituzione e di minacciarla, ci hanno fatto venire una grande voglia di Costituzione, facendo nascere un movimento di minoranza (ma di minoranza molto nutrita, di cui l’ultima espressione è il popolo viola), di gente affezionata alla Costituzione. Dobbiamo approfittare di questa parentesi che si sta aprendo, come nel ’92, come nel ’45, come ai tempi del Risorgimento, per far valere la nostra forza di minoranza consapevole, di società civile, per far sì che questa minoranza sia sempre meno minoranza e per farlo in maniera intelligente e informata, vedi mai che stavolta, caduto un regime, riusciamo a sostituirlo con qualcosa di un po’ meglio.

 

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