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Intervista a Petra Hartlieb

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Petra Hartlieb è nata a Monaco ma è cresciuta in Austria. Oggi vive a Vienna, dove gestisce da circa quindici anni insieme al marito una delle più importanti librerie della città. Ma la signora Hartlieb non è solo una libraia, ama scrivere e ha già pubblicato diversi romanzi in lingua tedesca. L’abbiamo incontrata al Salone del libro di Torino 2019 per parlarci del suo primo libro edito in Italia, per i tipi di Lindau: un divertente e ironico ritratto autobiografico di una professione spesso troppo idealizzata, ma sicuramente appagante. Quale contesto migliore per strapparle qualche segreto sui librai?




Quando avete deciso di acquistare la libreria a Vienna lasciandovi alle spalle tutta la vostra vita precedente – come racconti nel tuo La mia meravigliosa libreria – qual è stato il sacrificio più grande e qual è l’avvenimento più bello che ti ricordi?
Di tutto quello che è successo non cambierei nulla, la cosa più importante di ciò che abbiamo fatto è che tutto sia successo così velocemente, senza avere modo di riflettere troppo. Non sono una persona che si pone la classica domanda “Che cosa sarebbe successo se?”, perché ci sono troppe incognite, troppe cose che non so e che avrebbero potuto cambiare tutto quello che è successo. A questo punto potrei persino essere ministro della cultura o una giornalista disoccupata… Le sensazioni più belle le ho quando ripenso a quanti amici e conoscenti sono stati disposti ad aiutarci, perché ci sono quei momenti in cui il dubbio ti assale e non sai più cosa fare, come andare avanti. Il ricordo di un giorno particolare è sicuramente quello di una domenica sera, la prima dopo tanti mesi di lavoro intenso e continuativo in cui ho deciso per una volta di non scendere dopo cena in libreria a lavorare, ma mi sono presa una serata per guardare un giallo in tv e bere un bicchiere di vino da sola.

Oltre alla passione per i libri, che qualità deve avere un buon libraio?
Se ci penso bene fino a dieci o quindici anni fa bastava semplicemente leggere molto ed essere abbastanza gentili con i clienti, ma oggi le cose sono decisamente cambiate. Adesso devi essere un buon commerciante, ma non basta ancora, devi avere molte più qualità, devi essere organizzatore di eventi, esperto di social, un genio del marketing, un decoratore, avere un po’ di competenze nel sociale e devi conoscere un po’ di politica…

Sulla base di cosa consigli un libro a una persona che incontri per la prima volta?
È una delle cose più difficili ma anche una delle più belle nella vita di libraio. Ho un paio di semplici domande, ad esempio chiedo alla persona cosa legge volentieri, qual è il suo libro preferito e qual è l’ultimo libro che ha letto. Attraverso queste poche semplici domande cerco di avvicinarmi un po’ ai gusti del lettore che ho davanti.

Ti piace di più vestire i panni della scrittrice o preferisci quelli della libraia?
Sono immensamente grata e felice di vivere entrambi i ruoli a dire il vero, di scrittrice e libraia. Da una parte ci sono le ore tranquille in cui mi siedo, penso, invento le storie e le scrivo; e dall’altra ci sono i momenti di caos, di continuo movimenti nella vita in libreria. Spesso trovo divertente il confronto, a volte mi ritrovo tranquilla come ospite in librerie per presentare i miei libri e rispondere alle domande dei lettori e poi il giorno dopo sono nella mia libreria a lavorare, e c’è qualcuno che si lamenta per l’attesa o per la carta regalo che non gli piace.

Come definiresti il rapporto fra librai e case editrici? Dove va rafforzata questa partnership affinché vi sia arricchimento reciproco?
La cosa più importante è capire che editore e libraio hanno bisogno uno dell’altro. L’editore può produrre libri solo se c’è un libraio che li consiglia e li vende attivamente. Senza l’impegno e il tempo che il libraio ci mette per consigliare i libri, solo una parte di questi arriverebbe nelle mani dei lettori. Per questo gli editori dovrebbero curarsi molto delle librerie indipendenti, sostenerle e viziarle un po’. Se molti librai amano un libro, quel libro ha più possibilità di diventare un best-seller. Il libraio a sua volta però dovrebbe aiutare l’editore non concentrandosi solo sui titoli di punta, ma guardare e leggere anche i titoli minori perché spesso sono altrettanto belli e sono titoli a cui l’editore tiene molto e su cui ha investito. Il libraio deve cercare di essere più aperto, non vendere solo ciò che conosce e ama, ma dovrebbe accettare le novità e le proposte dell’editore.

I LIBRI DI PETRA HARTLIEB