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Intervista a Riccardo Falcinelli e Marta Poggi

Riccardo Falcinelli e Marta Poggi
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Uno dei grafici più in vista del panorama italiano, una scrittrice-attrice-poetessa profonda e tormentata, un giornalista ambizioso e piacione. Pomeriggio inoltrato in un casale del 600 restaurato dal Servizio Civile Internazionale, un funghetto piccolo piccolo in un bosco di palazzoni alti alti. Birra fresca in mano, sedie di plastica scomode, polvere sulle scarpe, una luce stupenda che si colora di arancione ogni minuto che passa. Tutto molto 'romano', se vuoi. Tutto molto gradevole.

Vi trovate a vostro agio in questo ruolo di 'graphic novellari' che vi siete ritagliati negli ultimi anni? E' la forma di espressione artistica che vi rappresenta meglio?

La "graphic novel" come genere ha il fantastico pregio di essere un contenitore molto largo. Come etichetta è comoda perché in realtà dice pochissimo, ovvero si limita a implicare che siamo due che lavorano con le immagini e le parole. Insomma non rischiamo nessuna ansia da "classificazione stretta".

 

Il vostro comunque è un modo di fare fumetto assolutamente personale: per dirne una, mancano i balloon, le nuvole parlanti...

Questo è vero ma non è una regola. Nel prossimo lavoro potrebbero esserci i balloon. La verità è che il fumetto è, ancora, comunemente inteso come intrattenimento e non come forma artistica. Detto questo, le forme artistiche, come si sa, sono per definizione ‘assolutamente personali’.

 

Una blatta, un topo, un maiale: perché per il vostro L'allegra fattoria avete scelto come protagonisti degli animali, e perché proprio questi animali?

Chiaramente dietro c'è tutta la tradizione da Esopo a Lafontaine: ci divertiva riutilizzare il vecchio genere dell'apologo moraleggiante per riusarlo ai nostri fini. Poi perché il nostro bestiario contenga soprattutto animali "meno nobili", è una cosa che è venuta da sé, mentre buttavamo giù le idee e le tematiche. Gli argomenti, in qualche modo, si sono scelti da soli la bestia che meglio li rappresentava.

 

Come è nata la premiata ditta Falcinelli-Poggi?

Ci siamo conosciuti negli ultimi anni di liceo a un corso di recitazione. Poi da lì abbiamo cominciato varie collaborazioni creative finché nel ‘99 non ci venne l’idea di provare a fare un libro verbovisivo, non sapevamo che poi l’editore l’avrebbe battezzato graphic novel. Era nata Cardiaferrania, il nostro primo libro.

 

Avete mai pensato a creare una serie a fumetti regolare? E se vi affidassero una serie famosa, che so, Topolino, Tex o I Fantastici 4? E' un tipo di lavoro che potrebbe interessarvi?E se sì in che modo?

No, la serialità non è una cosa che ci interessa, anche se siamo grandi estimatori di fumetti seriali. Siamo cresciuti tutti e due coi grandi Disney italiani degli anni settanta e primi ottanta. Bisogna aggiungere però che se per una volta, per una serie di casi impreveduti ci trovassimo ad avere i diritti e l'occasione per poter fare una storia con Paperino e compagnia, ne saremmo ben felici (oltre a cadere preda di nostalgie dell'infanzia).

 

Come lavorate insieme? Nascono prima i testi poi i disegni o viceversa? Ognuno di voi pensa al suo lavoro a compartimenti stagni oppure nasce tutto da un confronto e ci sono 'sconfinamenti' nell'ambito dell'altro?

Nasce senz'altro tutto da un confronto sia in fase progettuale che poi durante la stesura vera e propria: ci scambiamo opinioni, ci consigliamo aggiustamenti, facciamo funzionare insieme la storia e i personaggi. Tutto nasce da lunghissime chiacchierate poi a ognuno il suo specifico: Marta scrive, Riccardo disegna.

 

Che tecnica fumettistica avete usato per L'Allegra fattoria? Come nasce questo ibrido tra foto, disegno e fotocopia?

All’origine c’è l’idea del maiale gigante che invade Roma. Per essere significativa la cosa aveva bisogna di una Roma fotografica. Il disegno avrebbe abbassato la soglia di straniamento. Il collage è allo stesso tempo improbabile e plausibile oltre a ricordare la cartapesta di King Kong prima maniera che sale sull’Empire State Building. C’era poi l’istanza estetica di trovare assonanze visive col fotoromanzo rosa, col le riviste e, dati i contenuti civili dei racconti, col ciclostilato politico.

 

I libri di Marta Poggi

 

I libri di Riccardo Falcinelli