
L’edizione 2013 di "Anteprime" ci ha dato l’opportunità di incontrare ed intervistare Rossella Calabrò, autrice di una serie di esilaranti parodie delle famose cinquanta sfumature: insieme non abbiamo parlato soltanto di sfumature, sbavature e smagliature, giusto per farci quattro risate, ma abbiamo cercato di capire che cosa ha scatenato il successo della trilogia erotica di E. L. James; abbiamo parlato del suo blog che da matrigna rivolge ad altre matrigne, un ruolo che in qualche modo ha voluto rilanciare data la pessima immagine che le fiabe più conosciute in versione Walt Disney ne danno. E poi, come solitamente avviene in occasione di Anteprime, c’è stato spazio per parlare del suo ultimo lavoro.
Qual è stata la tua prima impressione quando hai finito di leggere la trilogia delle cinquanta sfumature?
Quando ho chiuso l’ultima pagina del primo onestamente ero divertita, quando ho chiuso l’ultima pagina del terzo ero annoiata e stufa. Chiaramente nemmeno il primo è letteratura, però è psicologicamente sottilissimo, politicamente molto corretto: ad esempio, si sprecano profilattici ogni volta che i protagonisti si uniscono in amore; e l’unico cattivo della storia fuma, mentre gli altri no. Pertanto ci sono messaggi irreprensibili, ma effettivamente dopo aver letto anche il terzo ho detto: “Basta!”.
Quando è nata l’idea di farne una parodia?
Mentre leggevo il terzo libro della trilogia e dalla parola “grigio” ho trovato l’assonanza con “gigio” ho pensato che come gioco di parole potesse funzionare. E da lì mi sono sbizzarrita, ho preso al volo l’idea, l’ho analizzata e ho iniziato a scrivere. Perché a me piace giocare molto con le parole, mi diverto mentre scrivo (altrimenti alla mia età non lo farei).
Cinquanta sbavature di Gigio è stato tradotto in diverse lingue (spagnolo, francese, portoghese e ceco, n.d.r). Come sono state riportate le sfumature nelle varie lingue – su cui si gioca molto – nei titoli?
Conosco un po’ le lingue, ma non tantissimo. Posso dirti che in spagnolo tutti i miei giochi di parole sono stati resi perfettamente, comprese le battute più stupide, che hanno conservato il medesimo senso comico dell’italiano. Con il francese invece ci sono stati un po’ più di problemi: innanzitutto mi hanno tolto una sfumatura e son diventate quarante-neuf (quarantanove, n.d.r) e in generale mi son ritrovata meno, ma forse molto dipende dai gusti loro. In ceco onestamente non saprei…
Cosa pensi che abbia segnato il successo di Cinquanta sfumature di grigio e dei suoi sequel?
Il romanticismo. Non è il sesso, non è l’erotismo. È soltanto il romanticismo. Sebbene ci sia una visione della donna da fine anni Cinquanta, che è terribile; in fondo noi tutte sogniamo di vomitare in un campo di azalee mentre il nostro uomo ci tiene i capelli e ci dice: “Amore mio quanto sei bella quando vomiti!”. E a noi donne che lo abbiamo letto ed è piaciuto, è perché in realtà non abbiamo a che fare con nessun Mr Grey, ma piuttosto con quelli che io definisco i Gigi, che in realtà, spesso se noi vomitiamo scappano.
Come è nato e quali sviluppi pensi che possa avere il blog delle matrigne?
È nato perché io sono una matrigna orgogliosa di esserlo ed è nato dalla mia esigenza di comunicare con altre matrigne e soprattutto dalla voglia di sdrammatizzare questo ruolo così difficile e dare ad esso una nota di positività perché si può essere delle matrigne felici. Con le altre matrigne sono nate belle amicizie sia virtuali sia virali, in tutti questi anni di blog siamo cresciute tantissimo insieme e da questa esperienza è nato un libro edito da Sonzogno che si intitola Di matrigna ce ne è una sola. Inoltre, questo blog mi ha permesso di uscire allo scoperto e di combattere la mia timidezza, cosa per me molto importante.
Parliamo del tuo ultimo lavoro, Il tasto G. Che cosa puoi dirci in merito?
Il tasto G è un libro a cui tengo molto. Parla di donne, dal punto di vista di un maschio: ma è un maschio fino ad un certo punto perché è un ascensore. Un ascensore gentiluomo, centenario, molto elegante che in cento anni di “ascensoritudine” ha portato su e giù per i pianerottoli del cuore migliaia di donne che hanno abitato questo condominio, le loro amiche e i loro uomini. Attraverso lo specchio in cui ogni persona che vi sale si specchia assorbe i loro pensieri e ha voglia di raccontarli, per cui racconta il sovrappeso emotivo che ognuno di loro (noi) ha. Emerge l’essere un po’ sempre sopra le righe, il nostro pensare troppo, innamorarci troppo, preoccuparsi troppo… Ci sono molti personaggi, ognuno di loro ha un nome non casuale, addirittura ho creato prima i nomi e poi la storia: da Benedetta Colla che sta attaccata al suo uomo a Isadora Dukan che è sempre a dieta; da Vera Verace, che di fatto è come me e non riesce mai a star zitta a Massimo Distacco, che è un paraculo che se ne frega di tutto. C’è persino una marziana e sarà lei che consegnerà il famoso tasto G… e qui non posso svelare altro, se non che il tasto G sarà collegato alla capacità di ascoltare, quella che noi donne, sempre generalizzando, non troviamo quasi mai in un uomo.
I libri di Rossella Calabrò