
Allo stand della HarperCollins Italia al Salone Internazionale del Libro di Torino 2023, Sabina Guzzanti si guarda intorno più divertita che incuriosita, mentre parla fitto fitto con la sua addetta stampa. Mi avvicino, saluto entrambe e mi presento. L’intervista è stata concordata da giorni e quindi ci sono già pronte due belle poltroncine per me e per l’autrice. Ci sediamo e io tiro fuori il mio quadernino dove ho scritto tutte le domande a tutti gli autori che devono intervistare al Salone, ma sbaglio pagina e ovviamente leggo a lei la prima domanda che devo fare …a un altro autore! Sabina - da grandissima signora - prova anche, per qualche secondo, a riflettere su quanto le ho appena chiesto, ma poi sorride e mi domanda: “Chi?”. Mi profondo in scuse e do la colpa al delirio che ci circonda, alla mia stanchezza e alle millemila cose di cui devo occuparmi durante il Salone. Ci facciamo una bella risata e “ricominciamo” l’intervista, dalla prima domanda della pagina giusta, stavolta.
Quante Laura Annibali ti è capitato di incontrare nella tua vita? Quante donne come la protagonista del tuo romanzo ANonniMus che finiscono “fregate” da sé stesse per essere troppo ottimiste, visionarie o semplicemente altruiste?
Qualcuna l’ho incontrata, immagino come può averla incontrata chiunque. Ma non è tanto una questione di donne, quanto di forma mentis. Ci sono persone in questo mondo che, esattamente come Laura, sembrano attirare le persone sbagliate, o venire fraintese o semplicemente perdurare nelle loro scelte o idee e alla fine io non la trovo una cosa del tutto sbagliata o negativa. Certo, ci sono i pro e i contro, come in tutte le cose e in tutti i percorsi ma perché precludersi la possibilità di realizzare i propri sogni a prescindere, o per mera paura?
Intelligenza artificiale, ChatGPT, Domotica: quanto sono presenti le nuove scienze e le nuove tecnologie nella tua vita? Le conosci? E ne fai uso?
Allora… Domotica no, ma la tecnologia in generale è abbastanza presente nella mia vita, compresa ChatGPT. Mi piace sperimentare, sono affascinata dalle nuove tecnologie e trovo che se alcune ci possono facilitare la vita perché non usarle?
In ANonniMus ci sono pagine che mi hanno ricordato le commedie sofisticate scritte da Billy Wilder negli anni Cinquanta. Quanto è stato difficile scrivere di fantascienza e insieme dare vita a uno stile ironico e brillante?
Innanzitutto grazie per avermi paragonata a un genio della sceneggiatura come Wilder, questo paragone mi piace molto. In realtà non ci avevo pensato, ma non può che lusingarmi. Quando scrivo cerco di mantenermi molto sul binario di una sorta di umorismo classico, che scaturisce inevitabilmente da quello che ho letto, dai film che ho visto, dal mio percorso e dalla mia specifica formazione. Ma molte volte sono più i personaggi a “parlarmi” e a far sì che il mio stile o la mia scrittura si adegui a loro.
Se dovessi far tornare uno dei personaggi di ANonniMus in uno dei tuoi prossimi libri, chi faresti tornare e perché?
Come hai potuto vedere questo è un romanzo pieno di personaggi. E non sono tutti personaggi simpatici, anzi, alcuni – diciamolo - sono davvero orrendi. Neppure la stessa Laura, a tratti, come protagonista, brilla in questo senso. E quindi forse farei ritornare proprio il gruppo di ANonniMus, i pensionati, gli anziani, che alla fine sono gli unici dotati di una certa simpatia.
Tu ce l’hai un posto del cuore dove solitamente ti metti a scrivere o semplicemente a raccogliere le idee? Dove dobbiamo o possiamo immaginare la Sabina scrittrice?
Io scrivo a casa mia, tra il divano e il tavolo. Anzi, nel divano c’è proprio un buco che ormai ha la forma del mio corpo. In ogni caso io per scrivere ho bisogno di calma e silenzio, queste due cose sì, mi ci vogliono assolutamente e proprio per questo, prevalentemente, scrivo a casa.