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Intervista a Stefano Benni

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Stefano Benni presenta il suo nuovo romanzo al Circolo degli Artisti, qui a Roma. Bingo. Nessun luogo avrebbe potuto accoglierlo e rappresentarlo meglio. Mentre una discreta folla di appassionati lo ascolta estasiato, tra un bicchiere di birra e un cocktail, Stefano zittisce tutti (anche i camerieri che avvertono che “La pizza è pronta”!), con la lettura delle sue storie. Ad accompagnarlo Luca Ralli, illustratore e amico, spalla perfetta di divertenti fuori programma, in un palleggio continuo tra cultura e leggerezza. Avevo alcune curiosità sul suo ultimo romanzo, ed è stato un onore poterle soddisfare. Stefano non mi delude mai.




In origine Pantera doveva essere il titolo di una sceneggiatura. Quanto (e se) è cambiata la Pantera pensata per il cinema rispetto alla protagonista del primo racconto del tuo romanzo?
Era un trattamento di sei pagine, adesso è una storia, moltissime cose sono cambiate, ho inserito decine di personaggi nuovi.


Il duello finale tra Pantera e il Lord inglese può essere considerato come uno scontro/incontro tra universo maschile e femminile? Perché non hai scelto di far combattere l’ultima partita a due donne?
Perché allora avrei scritto un altro libro.


Il ruolo della “luce” nel romanzo. Nel caso di Pantera prevale il nero/buio e di solito il buio è "freddo”. È un modo di rappresentare delle caratteristiche caratteriali? Come entra in contrasto la passionalità di Pantera con l’ambiente che la circonda?
Il buio non è freddo, se è abitato dall'avventura. Penso ai buio dei locali jazz, penso agli inferni metropolitani, penso al buio che circonda il camino. Pantera è una dea che scalda, non è gelida. Il narratore alla fine dice che ha “illuminato” la sua giovinezza.


Esiste davvero ancora la possibilità di cambiare le carte in tavola e di “giocare” la partita della propria vita o è tutto già scritto?
Metà dei libri dicono che il destino si può cambiare , metà che non si può. È una domanda, è un dubbio che sta al centro di ogni narrazione. Perché combattono gli eroi greci se sanno che tutto è già stabilito da ananke, dal caso?


Come è andata con il disegnatore? Quali sono state le problematiche e i punti di forza di questa collaborazione?
Luca ha un suo talento e una sua visionarietà. È bravissimo nel grottesco, nel mostruoso. In Pantera invece volevo i due protagonisti “belli e dannati” come sono quasi sempre gli eroi del melodramma.  E non caricaturali. Su Aixi invece siamo stati subito d'accordo. Abbiamo trovato, credo, una soluzione che piace a tutti e due.

I libri di Stefano Benni