
Stefano Corso è un esordiente nel mondo editoriale, ma ha una solida esperienza da fotografo. Romano (con un piede a Berlino), classe 1968, accantonata la laurea in Giurisprudenza e una carriera da informatico, ha fondato lo studio Camera42. Si dedica alla street photography e alla ricerca storica e tecnologica ed è impegnato nel sociale con una Onlus che sostiene, con la fotografia, persone fragili. Lo incontriamo a Più Libri Più Liberi, che visita per il primo anno da autore e non da semplice lettore.
Cosa ti spinto a sperimentare la scrittura, nel bel mezzo di un tuo percorso centrato fortemente su immagini, obiettivi e inquadrature?
Non avevo mai scritto nulla di strutturato prima di questo romanzo, Chi è Cufter?. Cufter è il nome di fantasia di un fotografo reale, vissuto un secolo fa e di cui si era persa la memoria. L’ho “incontrato” per caso e ne ho seguito le tracce insieme ad alcuni compagni di viaggio. La storia è nata spontaneamente, dal desiderio di raccontare le sue vicende e la ricerca stessa. Al termine di questa avventura, ho scritto piuttosto rapidamente e, prima ancora di pubblicare, ho fatto vivere il personaggio sui social con gli account Who Is Cufter?, trovando un grande seguito (https://www.instagram.com/whoiscufter/?hl=it).
Da lettore cosa ti appassiona?
Ho sempre letto tantissimo percorrendo generi diversi. Il mio libro della vita è Guida galattica per gli autostoppisti, la saga di Douglas Adams. Lo amo per il suo stile surreale, il filo conduttore ironico. Tanto che i nomi del mio studio (42 - “la domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto”) e della mia identità in rete (Pensiero - da “Pensiero Profondo”, il formidabile computer di quella storia) derivano da lì.
Non solo il genere fantascienza, dicevi…
Un autore che mi ha influenzato molto è John Fante. Mentre l’ispirazione al doppio binario del mio libro, cioè a una storia che unisce la ricostruzione del passato e la vita presente, viene da Valerio Evangelisti.
Hai intenzione di continuare a scrivere e pubblicare?
Non so se continuerò. Non sapevo nemmeno che avrei cominciato! Ho scritto intanto qualcosa che mi sarebbe piaciuto leggere e cerco di far continuare a vivere quella vicenda e il protagonista attraverso eventi in giro per l’Italia, grazie anche alla community che si è creata nel tempo e a studiosi di fotografia che si sono appassionati.