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Intervista a Stella Duffy

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Quella di Stella Duffy è una delle figure più interessanti e sfaccettate del panorama letterario anglosassone. Attrice, cabarettista, scrittrice, intellettuale: e soprattutto una delle voci più importanti della comunità gay inglese. La sua creatura letteraria più famosa è Saz Martin, detective lesbica protagonista di thriller anticonformisti e moderni. Abbiamo intervistato Stella in esclusiva per voi.



Saz Martin è una detective particolare, si ha la sensazione che non sia molto più brillante del lettore. È una tua scelta per dare un alone di normalità al personaggio e per non creare un ennesimo super-detective?
Non sono interessata alle storie in cui si ricerca il colpevole, non lo sono mai stata, né come lettore né come scrittore. Mi interessa di più perché le cose avvengono, perché si mente, perché si commettono crimini e così via. So di essermi detta un bel po’ di tempo fa che Saz è strana come detective, ma non è così male... probabilmente i suoi risultati sono più soddisfacenti di quelli della maggior parte dei poliziotti veri! Comunque penso che quello che può più interessare di Saz e di tutte le sue storie è che Saz non sa molte più cose del lettore man mano che la storia procede. Non voglio mostrare quanto Saz è (o io sono) brillante nel risolvere un caso - immagino sempre di saperne quanto il lettore, per me l’obiettivo non è vedere se riesco a fuorviare chi legge e a fargli pensare che il colpevole è uno piuttosto che un altro, no, non è quella la mia ambizione! Quello che voglio è che il protagonista e il lettore siano una sorta di compagni di viaggio.

Nelle tue storie non hai mai descritto fisicamente Saz. Se questa è una tua scelta, sai dirci perché, altrimenti, com’è fatta Saz?
Nella prima storia di Saz, Calendar Girl, è stato un caso, in fondo non la ritenevo il personaggio principale del romanzo (vedo più Maggie come protagonista), inoltre non credevo che questa di Saz sarebbe diventata una serie, così non le ho dato una caratterizzazione fisica perché pensavo che avrei fatto scelte nerrative differenti. Poi, ho scoperto che Saz è una donna senza caratteristiche particolari, un personaggio nel quale ogni lettore può identificarsi. Non sto a cercare di capire quanti anni abbia. Sono bianca, e così me la immagino bianca... a dire il vero non so immaginare il suo aspetto, so molto bene cosa pensa, cosa sente e quali sono le sue opinioni (anche se talvolta mi piace pensare che Saz possa sorprendere anche me). Comunque, penso che sia più efficace, per il lettore, se non viene descritta fisicamente, così come è più utile per me averla descritta nel modo più vago possibile.

Saz Martin è una detective gay, o Saz Martin è una detective che è anche gay? In altre parole, quanto è importante la sua connotazione sessuale?
Sicuramente Saz Martin è una detective che è anche gay. Non ha avuto nessun problema quando ha scoperto di essere omosessuale, non è quasi mai vittima di manifestazioni omofobiche, non ha soltanto amici omosessuali, e quindi non vive rinchiusa in un ghetto gay. Sono convinta che il mondo migliorerà più velocemente quando inizieremo a vedere gli altri - ed anche noi stessi - semplicemente come persone, senza etichette. Non siamo ancora arrivati a questo, ma so che Saz - che è un personaggio omosessuale - è stato un modello per alcune giovani donne, e questo a mio avviso è fantastico. Comunque, non ritengo che il mio ruolo di scrittrice sia quello di definire un’ideale, un’eroina lesbica. Per Saz il fatto di essere lesbica è importante solo per quello che riguarda la sua vita privata, e non ha nulla a che vedere con la carriera; per quello che mi riguarda non è la sua caratteristica fondamentale.

In Italia siamo arrivati alla terza avventura di Saz. Sai dirci qualcosa sulle storie che seguiranno?
La quarta avventura affronta tematiche personali, perché Saz e Molly provano ad avere un figlio, e anche la quinta, forse ancora di più, perché ha a che vedere con il passato di Saz. Sono due storie più oscure delle precedenti, forse per il fatto che personalmente mi sono interessata a temi più oscuri, o magari perché sto invecchiando (in maniera leggermente più veloce di Saz!), o forse perché mi sento più matura come scrittrice (la prima storia di Saz fu scritta ben 14 anni fa) e più pronta ad approfondire la sfera emotiva/emozionale.

Che peso hanno nella tua vita il fatto di essere anche attrice, il tuo lavoro per la radio e il teatro, e tutte le cose che fai oltre a scrivere?
Mi piace fare più cose, forse perché mi annoio con facilità. Anche se quella di scrivere è la mia attività principale, le altre cose che faccio alimentano la mia creatività e il mio desiderio di tornare a scrivere!

I LIBRI DI STELLA DUFFY