Salta al contenuto principale

Intervista a Ted Bell

Ted Bell
Articolo di

Whisky on the rocks, acqua di colonia a manetta, camicia aperta sulla pelle abbronzata, blazer impeccabile, capelli appena tagliati e phonati tipo pubblicità dello shampoo, Ted sembra appena sceso da uno yacht da milionario, e forse è proprio così. Il nuovo signore della narrativa spionistica è come i suoi personaggi, un po' eccessivo ma charmant, uno che ti aspetti di incontrare al Casinò di Montecarlo ma tutt'altro che volgare, uno che quello sguardo un po' così da playboy attempato l'ha posato su mezzo mondo, magari dalla prua della sua barca a vela. Lo abbiamo incontrato per voi.

L'avvento sulla scena mondiale di nuove superpotenze come la Cina potrebbe innestare cambiamenti traumatici o complotti come quello raccontato nel tuo romanzo Attacco dal mare? E quando il nuovo presidente francese Sarkozy ha dichiarato che la Francia deve di nuovo diventare la nazione numero uno al mondo non hai provato un brivido?

Non c'è dubbio che il XXI secolo porterà a un profondo rimescolamento del quadro politici internazionale, e nuove superpotenze già si vedono all'orizzonte. Dalla fine della Guerra Fredda gli USA hanno un monopolio mondiale come superpotenza, ma la Cina si sta muovendo in quel senso, e anche la Russia. Per ora, comunque, non vedo la Francia tra queste nazioni-guida.

 

Xu Hu è una delle figure di villain più inquietanti degli ultimi anni. A cosa o a chi ti sei ispirato per tracciarne il profilo?

Probabilmente quando l'ho creato pensavo che il Male ha tante facce, così chi meglio può incarnarlo di un personaggio capace di cambiare continuamente identità, che può impersonare una vecchietta cinese o un grassone?

 

La tua carriera come pubblicitario ti è stata in qualche modo utile per scrivere? Un bestseller si costruisce a tavolino o il successo di un libro è del tutto casuale?

Mai avuto l'intenzione di scrivere bestseller, nella maniera più assoluta. Il mio scopo è sempre e soltanto scrivere libri che siano piacevoli da leggere, innanzitutto per me e poi per il pubblico. Conoscere il pubblico quindi certo aiuta, ma naturalmente non basta.

 

Non ti ha stancato il continuo confronto tra Alexander Hawke e James Bond? In fondo si tratta di personaggi molto diversi...

Naturalmente va premesso che un tale confronto è immensamente lusinghiero per me, perché ho grande ammirazione per i libri di Ian Fleming: non ne ho tanta per i film di 007 invece, che sono diventati sin da subito quasi uno scherzo. Comunque hai ragione, i due personaggi sono molto diversi: James Bond è una creatura del XX secolo, Alexander Hawke invece del XXI, è più multidimensionale e non si prende mai sul serio, ma soprattutto non teme di mostrare le sue emozioni quando la vita lo mette a dura prova e la sofferenza lo colpisce.

 

Che rapporto hai con il mare e come mai l'hai scelto come 'attore non protagonista' nelle tue storie?

Sono nato e cresciuto in Florida, su una piccola isola, e quindi sono sempre stato a mio agio con il mare. Sono felice solo se sono su una barca o comunque se posso guardare il mare, infatti anche per il mio ufficio ho preteso la vista sull'oceano. E quindi è stato un processo assolutamente naturale fare del mare un ingrediente fondamentale dei miei libri. Insomma, viva il mare! I deserti li odio, 'fanculo la montagna.

 

I libri di Ted Bell