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Intervista a Vincenzo Di Michele

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La storia è sempre maestra di vita, si sa. Ma la storia però è spesso anche distorta, mistificata, appartiene (come si dice) ai vincitori o conserva ancora oggi segreti pressochè inviolabili. C'è però chi prova a fare trionfare la verità sempre e comunque e a rendere giustizia a coloro che quella storia la hanno vissuta e spesso anche subita. Vincenzo Di Michele è una di queste rare persone. Il suo istinto da segugio e la sua precisione maniacale hanno permesso di fare luce su molti accadimenti del nostro passato recente. Mangialibri ha avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con lui.




Da dove nasce questa grande passione per la Storia?
Gli avvenimenti passati sono insegnamenti di vita. Nella storia è riassunta l'umanità e il suo espirmersi. La domanda poi che uno storico si pone incessamente è sempre la stessa: ma ciò che viene narrato  è veramente poi così aderente al vero svolgimento dei fatti? 


…e la voglia di smascherare autentici falsi storici, invece?
Ritornare su un fatto storico a distanza di tempo e analizzarlo attentamente in tutti i suoi risvolti, il più delle volte conduce a una revisione degli avvenimenti narrati. La mia passione, quindi, nasce proprio dal volere narrare una versione differente. Sia ben chiaro; per fare ciò servono dei validi presupposti, ovverosia nuove testimonianze, documenti inediti, nuove rivelazioni ecc. Desidero precisare che per portare a termine un'inchiesta c'è tanto e poi tanto lavoro: in archivio, per strada con la gente comune, con i vari esperti e così via. Ti dico a esempio che per scrivere l'opera Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso ci sono voluti ben tre anni mentre per il libro Io, prigioniero in Russia ci sono voluti ancor più anni; e forse anche per una resistenza mia interna poichè non mi sentivo ancora pronto per affrontare tale tematica.


In te è più forte l'anima dello scrittore o del cronista?
Senza ombra di dubbio lo scrittore. Dico questo poiché nello scrittore c'è la figura creativa del soggetto che crea l'opera letteraria. Lo scrittore è quello che non vede l'ora di terminare la sua opera per presentarla al lettore. E poi quando è finita sì è vero, gli fanno piacere i complimenti e gli apprezzamenti di ogni genere, ma la sua mente è già proiettata alla creazione di una nuova opera.


Ho letto che da Io, prigioniero in Russia potrebbe essere tratta una sceneggiatura per il cinema. Come procede lo sviluppo di questo progetto?
Con molte difficoltà; vuoi sapere il motivo ? Proprio l'argomento che è ancora scottante, quello appunto della storia dei prigionieri italiani in Russia durante la II guerra mondiale. Purtroppo ci sono ancora delle resistenze  che impediscono ai produttori cinematografici di prendere in seria considerazione la storia narrata nel libro.

 
Se dovessi scrivere un volume di tipologia differente, con quale genere ti piacerebbe cimentarti?
Ho affrontato molte tematiche nei miei libri : dalla convivenza more uxorio  tra un uomo e donna ovverosia le problematiche della famiglia di fatto, alla trattazione della normativa stradale nei suoi molteplici aspetti ovverosia quello che nessuno dice su alcuni aspetti delle regole stradali, fino alla biografia  ufficiale del capitano storico della Lazio Pino Wilson. A proposito di quest'ultimo , il 12 maggio allo stadio Olimpico c'è un grande appuntamento: scenderanno in campo la Lazio dello scudetto del 1974, quella dello scudetto del 2000 e quella del meno 9 di Mister Fascetti. Insomma tanto per restare in ambito storico, un vero e proprio pezzo di storia della Lazio.


La domanda precedente era anticipatoria: a cosa stai lavorando?
Dico solamente che  si tratta di  un'opera ultimata e che il mio agente lettrario sta proponendo alle case editrici. L'argomento affrontato è un'inchiesta a lungo raggio sullo scioglimento dei matrimoni: costi, modalità, esempi pratici e conseguenze economiche.

I libri di Vincenzo Di Michele