
Sei al tuo debutto con Tutto bruciato, tutto devastato - un libro che hai scritto in quanto tempo?
In tutto dal primo all'ultimo racconto ho impiegato sette anni, è un libro strano in effetti, non rappresentativo per me, un libro che considero come un apprendistato sull'arte di scrivere racconti e non credevo che sarebbe diventato un volume da pubblicare, né tantomeno che sarebbe stato tradotto in Italia. Qui potete assistere al mio personalissimo tentativo di risolvere il problema della scrittura breve: in un racconto hai poco tempo per instaurare un rapporto di simpatia tra personaggio e lettore e così ho provato ad usare diverse tecniche come lo humour ed altri tipi di sperimentazione di linguaggio, in un altro ho lavorato sulla trama. Il segreto credo sia scrivere tanto e buttare anche via tanto.
Molti dei tuoi personaggi sono vecchi…
In effetti parlo di adolescenti, bambini, ma soprattutto vecchi perché credo che il racconto come forma debba raccontare e fermare un momento particolare di svolta nella vita di una persona e nell'adolescenza e nella vecchiaia questo momento è più frequente. Nell'adolescenza l'asse della vita si sposta verso cose più pericolose, nella vecchiaia possono cambiare gli affetti…
Adesso finalmente stai lavorando ad un romanzo però, giusto?
Sì, ho iniziato la stesura di un romanzo, ma è una grossa sfida per me perché quando scrivi un racconto sei consapevole della lancetta del tempo che ticchetta e sai che non puoi sprecare nemmeno un attimo del tempo del tuo lettore. Il romanzo mi permette di distrarmi, e questa sensazione in parte mi ubriaca.
I libri di Wells Tower