
Alexandra Whithe sa che la professoressa Matherson non può permettersi di rimandarla in chimica, o anche solo di minacciare la sua media scolastica visto la quantità di soldi che i suoi genitori hanno devoluto alla scuola per rimetterla a nuovo. Alex è una privilegiata e ne è consapevole, per questo non si è mai preoccupata di tacere il suo disappunto nei confronti del metodo di insegnamento che la professoressa di chimica adotta. L’occasione per mettersi nuovamente contro l’odiata insegnante si presenta quando questa pone la domanda sbagliata alla “sfigata” della classe, Eva Ramirez. La compagna non sta particolarmente simpatica ad Alexandra, anzi tra le due i rapporti sono tesi, sono sempre su posizioni opposte, ma la ragazza farebbe di tutto per dimostrare l’incompetenza della professoressa. Ciò che Alex non ha previsto è qualcosa che le causerà davvero un cambiamento di vita: la Matherson infatti per ripicca la obbliga a dare ripetizioni a Eva, dando prova di conoscere le profonde differenze tra le due ragazze. Ed è così che la più brava della classe si trova costretta a trascorrere ore nella biblioteca della scuola insieme alla sua “nemesi”: eppure non è qualcosa di così fastidioso come si erano immaginate. Anzi…
Il romanzo si apre con la classica caratterizzazione della studentessa ricca, dai voti molto alti che si sente (e probabilmente è) legittimata a esprimere sempre la propria opinione, specialmente quando contraria a qualche figura importante. Eva d’altro canto è l’incarnazione della tipica studentessa nuova arrivata, che non ha una famiglia ricca alle spalle e che per questo si deve destreggiare tra lo studio e il lavoro. Una serie di cliché questi che si uniscono ai pregiudizi che le portano, in un primo momento, a diffidare l’una dell’altra, a credersi diverse l’una dall’altra, ignorando così tutte le similitudini che invece le accomunano. La trama, al di là dei cliché, si pone l’obiettivo di toccare temi importanti come il cyber-bullismo, il razzismo e l’accettazione di sé: ci riesce senza mai risultare stancante, soprattutto grazie all’impiego di uno stile accattivante. Punto negativo è il finale, che scivola via leggero senza riuscire a sostenere davvero il peso di tutti gli argomenti aperti nelle precedenti pagine; è un capitolo conclusivo un po’ in ombra, spento, anonimo, senza quella nota personale e interessante che invece aveva caratterizzato la narrazione fino a quel momento.