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Io c’ero - Dal Luglio ’60 al crollo del Muro: i comunisti romani si raccontano

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Il Partito Comunista Italiano (1921–1991) aveva una federazione giovanile, chi ne faceva parte a Roma non più di sessanta anni fa è spesso oggi ancora vivo e ha certamente avuto un percorso personale e politico che può essere interessante ricostruire per approfondire molti aspetti della storia della capitale, dei partiti, delle istituzioni italiane, e capire meglio almeno un paio di generazioni di personalità rilevanti per la vita pubblica. Negli anni Sessanta militò nella Fgci anche Pino Santarelli (Scurcola Marsicana, 1941) che fu radiato dal Pci nel 1970 insieme al gruppo del Manifesto e poi vi tornò nel 1983 (nel 1984 vi sarebbe stata proprio la confluenza del Pdup nel Pci, dopo la morte di Berlinguer). Qualche anno fa, nel 2018 Santarelli pubblicò la sua intensa autobiografia, i circa quarant’anni dalla nascita sull’alta collina abruzzese al rientro nel Pci del 1983. Successivamente ha ritrovato un foglio ciclostilato dell’estate 1966 con l’elenco dei 61 cognomi (in ordine alfabetico) proposti per il comitato federale (provinciale) della Fgci romana. Alcuni “compagni” di allora sono morti, con alcuni lui è rimasto sempre in contatto, cari amici talora, per altri si è informato e si è attivato. Così, Santarelli ha rintracciato venticinque “fgciotti” del 1966, resisi anche disponibili a rilasciare una “testimonianza” (dieci) oppure a rispondere a una “intervista” (quindici), cui aggiunge la narrazione che lo riguarda per il periodo successivo al 1983. L’autore pubblica quindi ora con successo lo splendido risultato della raccolta delle ventisei storie di vivaci sapiens contemporanei (sei donne), divenuti comunisti non per caso, capaci di riflettere criticamente e acutamente sulla capitale della politica italiana senza mai limitarsi alle proprie vicende...

Il volume realizzato è corposo ma compatto. Per tutti i coautori Santarelli è partito dalle prime banali notizie biografiche e familiari per poi affrontare il rapporto con la scuola e l’inizio della militanza a sinistra, luoghi di vita e relazioni umane, e poi i ruoli sociali e istituzionali, professionali e pubblici svolti nel corso dell’intera esistenza, l’evoluzione delle idee personali e degli impegni collettivi (con tragitti talora molto distanti dall’iniziale federazione giovanile comunista e pure tra di loro, tutti “rossi” all’inizio e a lungo). In non pochi casi si tratta di personalità con nomi ampiamente conosciuti e funzioni davvero rilevanti. I magnifici 25 sono: Roberto Antonelli, Maria Luisa Boccia, Angelo Bolaffi, Silvia Calamandrei, Valeria Castelli, Alessandro De Toni, Teresa Ellul, Paolo Flores D’Arcais, Anna Foa, Claudio Fracassi, Angelo Fredda, Enrico Giusto, Fabrizio Grillenzoni, Augusto Illuminati, Aldo Luciani, Pio Marconi, Alberto Olivetti, Vanni Pierini, Aldo Pirone, Gianni Pistilli, Mimmo Quaratino, Daniela Romiti, Franco Russo, Duccio Trombadori, Riccardo Varanini. Quindici sono nati tra il 1943 e il 1947, gli altri dopo; 14 a Roma, gli altri altrove (uno a Recanati); 7 figli di padre operaio, 4 di militare, 3 di dirigente statale; 15 con la madre casalinga, 4 insegnante; 19 studenti del classico, 5 di scuole professionali; 9 divenuti docenti universitari, 4 operai-sindacalisti, 4 giornalisti, 3 (anche) deputati; 15 che si dichiarano ancora “comunista” (e 5 no). Molto molto interessante, ogni personalità trasuda vita vera, intrecci significativi, pensieri fertili. Loro c’erano.