
Takumi si sente diverso dai suoi coetanei: da un po’ di tempo frequenta con una certa regolarità una donna più grande di lui che si fa chiamare Anzu e di cui non sa molto. Quello che sa è che lei lo aspetta a casa, vestita da un personaggio di un determinato anime - che Takumi ignora puntualmente - e che fanno del gran sesso, con passione. Anzu, prima del rapporto, scrive delle vere e proprie scene da recitare insieme e si diverte a preparare il costume per il suo giovane partner. Quello tra loro è una sorta di patto, nato non da troppo tempo e che va bene ad entrambi. Lui è giovane e da lei sta imparando tanto, tutto; lei è sposata con un uomo banale e noioso ed è ossessionata dalla suocera che chiede, anzi pretende dai due coniugi un nipotino. La suocera è disposta a tutto per questo suo scopo, tanto da intromettersi senza indugi nella vita della coppia, consigliando alla nuora cosa mangiare, indicandole stili di vita più sani, portandola in tutte le migliori cliniche per fare decine di esami e cercare il motivo della sua infertilità (perché è lei, naturalmente, il problema, non il figlio). Anzu vorrebbe solo guardare anime, di cui è appassionata, e cucire abiti dei suoi personaggi preferiti oltre a fare sesso con Takumi. Non ha molte pretese, alla fine. Takumi continua ad aiutare la madre nella sua clinica per le nascite e a fare qualche lavoretto per guadagnarsi da vivere; solo non riesce più a frequentare con assiduità i suoi amici perché la relazione con Anzu lo assorbe parecchio anche se non pensa affatto di essere innamorato...
Misumi Kubo è una scrittrice giapponese che non ha paura di osare: in questo romanzo, pubblicato dalla Rizzoli nella collana Kimochi, i temi presentati non sono facili. La relazione tra una casalinga matura e un giovane senza troppa esperienza è solo un pretesto per parlare di una sessualità femminile consapevole e senza troppi schemi, della ricerca di un equilibrio che non si erge su una pila di obiettivi comuni e accettati socialmente (matrimonio, figli, lavoro) e della fatica di percorrere una strada ben battuta anche quando le nostre gambe ci portano dritte dritte dentro al bosco più oscuro. È un romanzo corale, nel quale ogni personaggio è delineato benissimo in tutte le sue contraddizioni e le donne, in particolare, sono davvero bellissime anche quando annoiate, anche quando innamorate e illuse e arrabbiate o rigidamente chiuse in una esistenza che non permette momenti di svago. Misumi Kubo non teme neppure di affrontare il tema della pedofilia con una modalità davvero particolare e che fa pensare. L’autrice si astiene da qualsiasi giudizio, scompare totalmente nelle pagine e ciò che emerge è solo una umanità varia, unica, per certi versi malata, ma sempre degna di essere conosciuta. Al di là dei nomi dei personaggi che a volte sono difficili da memorizzare e della cultura giapponese che è ben rappresentata ma nella quale difficilmente ci si può immedesimare, questo romanzo permette di entrare in contatto con una realtà da sempre affascinante e una scrittura sinceramente bella, poetica e cruda, che non potrete facilmente dimenticare.